LIBRI DI CINEMA – "Patrice Leconte – Un pessimista sorridente"

leconte un pessimista sorridente
“I cineasti sono seduti su troni di sabbia. Tutto può crollare in un istante, sempre. Fare cinema è un mestiere violento e fragile. Nulla è mai acquisito definitivamente. D'altro canto credo sia proprio questa condizione di funambolo a tenermi in vita”. Parole del regista Patrice Leconte al quale è dedicata questa monografia. Curata da Luisa Ceretto e Giancarlo Zappoli, edita dal Centro Studi Cinematografici

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Patrice Leconte – Un pessimista sorridente
a cura di Luisa Ceretto e Giancarlo Zappoli
Edizione Centro Studi Cinematografici
Finito di stampare a ottobre 2009
pp. 270 – euro 15
 
A tratti, come l’inconsistente leggerezza dell’essere. Patrice Leconte è regista che sa muoversi tra linee rassicuranti, è mediatore di forma e contenuto e, a volte, il suo cinema sembra una scultura priva di spigoli, di asprezze. Importante è la sua filmografia, se pensi a L’insolito caso di Monsieur Hire,  Riducule, Il marito della parrucchiera, Tandem, L’amico del treno, ma negli ultimi due titoli, Confidenze troppo intime e Il mio migliore amico, l’autore francese ha deciso di lavorare con lo sceneggiatore Jerôme Tonnerre, che ha scritto Un cuore in inverno. Non è un caso che il cinema di Leconte, da due film a questa
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leconteparte, pare aver trovato una perfetta collocazione tra Claude Sautet e Francis  Veber. Questo probabilmente è il giusto ossimoro (pessimista sorridente) che completa il titolo della monografia dedicata a uno dei pochi registi in circolazione capace di mettere spesso d'accordo critica e pubblico. E così i curatori sintetizzano perfettamente il suo cinema: “Per Leconte il cinema è arte della simulazione, dove ricalcare e riprodurre situazioni che attingono ad un immaginario teatrale, è il fascino dell’impostura, che come in un gioco di specchi permette di riflettersi a dare un’immagine di sé cangiante all’infinito. Grazie alle sue ambientazioni non immediatamente riconducibile a contesti definiti, non sempre ascrivibili ad un’epoca stabilita, il regista crea universi a se stanti, frutto della propria creatività”. Il libro ha la struttura tipica della monografia, diviso in tre parti. La prima riguarda articoli saggistici che son ben 10 in cui si indaga il giusto rapporto dell’autore con Ivan Maussion, con il pensiero di Pascal, l’Illuminismo e il Romanticismo, il rapporto con la provincia francese e la musica di Nyman ed Estève. Nella seconda parte ci sono le recensioni di tutti i film di Leconte, mentre la terza parte è dedicata ai cortometraggi, i lavori televisivi, le sceneggiature e alla bibliografia. I due curatori, Luisa Ceretto e Giancarlo Zappoli, hanno già lavorato insieme per altre monografie edite da Lindau su Claude Lelouch, Hou Hsiao-hsien e Marco Bellocchio.
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