"L'ultima porta" di Graham Theakston

Un film che non conduce da nessuna parte, imbrigliato in immagini statiche e amorfe. E pensare che non era cominciato male con l'incidente della piccola Frankie di un realismo impressionante. Ma poi il film s'inabissa, il ritmo latita, la suspence pure

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Nei trailer e nelle locandine di L'ultima porta campeggiano la scritte "oltre il sesto senso" e "oltre the others". Solo questo particolare era già motivo di sospetto: riteniamo che un film debba aver vita (e dignità) propria senza doversi appigliare a stratagemmi di cattivo gusto per poter attirare nelle sale un numero maggiore di spettatori. Comunque scordatevi le atmosfere avvolgenti e le presenze fantasmatiche dei film sopracitati. Tratto dal romanzo di Robert Mawson, sceneggiato dal premio oscar Ronald Bass (Rain man) e diretto dall'esordiente Graham Theakston, L'ultima porta racconta la storia di Jack (Andy Garcia) e Alison (Frances O' Condor) coppia in crisi che grazie all'incidente della figlia minore Frankie (Daniella Byrne) riesce a ritrovare l'unione e la serenità. In mezzo ci sono esperimenti scientifici portati avanti dalla dottoressa Chase (Angela Basset) che non ha mai superato la perdita del fratellino annegato e tenta caparbiamente di risvegliare dal coma numerosi bambini. Un film che non conduce da nessuna parte, imbrigliato in immagini statiche e amorfe. E pensare che non era cominciato male con l'incidente della piccola Frankie di un realismo impressionante. Ma poi il film s'inabissa, il ritmo latita, la suspence pure, per non parlare della storia dei due coniugi che non riesce a svilupparsi ed a sviscerare le complessità di un rapporto matrimoniale in crisi. Al regista interessa poco o nulla il lato sovrannaturale del racconto quanto piuttosto descrivere i legami familiari delle parti in causa: il rapporto tra la dottoressa Chase ed il padre, l'amore smisurato di Jack nei confronti di Frankie, ma queste descrizioni non vanno in profondità, restano in superficie senza coinvolgere né appassionare. Theakston si limita allora a riprendere splendidi paesaggi canadesi, a registrare noiosi ed interminabili dialoghi tra le parti in causa, tralasciando completamente il potenziale misterico ed oscuro che la storia poteva raccontare.  Anche la sceneggiatura, benché sia scritta da un premio oscar, è confusa e sfilacciata e non aiuta certo a plasmare le immagini, anzi, nella sua sciattezza riesce a svuotarle di ogni contenuto formale, nonostante la bella fotografia di Lukas Strebel. L'ultima porta prende per il naso lo spettatore, giocando su attese che troncano ogni aspettativa, portando il film ad un banale ed inconsistente finale.

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Titolo originale: The Lazarus Child


Regia: Graham Theakston


Interpreti: Andy Garcia, Frances O'Connor, Angela Basset, Daniella Byrne, Harri Eden


Distribuzione: Eagle Pictures


Durata: 95'


Origine: USA, 2004


 


 

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