Megalopolis di Coppola sempre più vicino a Cannes 2024?

Dal 1983 Coppola aveva in mente un progetto di fantascienza distopica, dove la storia di Roma perseguita la modernità. Non avrebbe, però, ancora trovato un distributore. Aspettando Cannes…

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Sembrerebbe quasi una fake news, il fatto che un autore come Francis Ford Coppola, nome che è sinonimo di cinema tanto i suoi film ne hanno fatto la storia, non sia ancora riuscito a trovare un distributore per la sua ultima opera, autofinanziata, Megalopolis.

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Voci divergenti accompagnano il futuro di questo lavoro di fantascienza distopica. Se Variety e Hollywood Reporter sostengono che il film sarà presentato a Cannes il 17 maggio in competizione ufficiale, bisognerà ancora aspettare l’annuncio ufficiale del festival, che verrà dato domani, 11 aprile. 

Thierry Fremaux, direttore del Festival di Cannes, ha annunciato una settimana fa, sempre a Variety: “Megalopolis è un progetto che voleva realizzare da tanto tempo e lo ha fatto in modo indipendente, a modo suo, come artista. Conosco Francis fin dal centenario del cinema, dal 1995; quando ho cominciato a lavorare a Cannes, è venuto a presentare Apocalypse Now Redux. Ha costruito la leggenda del Festival di Cannes e sarebbe un onore accoglierlo di nuovo, come regista che viene a presentare il suo nuovo film”.

Poco si sa della trama: il destino di Roma perseguita un mondo moderno incapace di risolvere i propri problemi sociali in questa epica storia di ambizione politica, genio e amore contrastato. La storia sarebbe ambientata in una versione alternativa di New York City soprannominata “Nuova Roma” e riunirà un cast che va da Adam Driver a Giancarlo Esposito da Shia LaBeouf a Dustin Hoffman e Jason Schwartzman. 

Un progetto che Coppola aveva in mente dal 1983, ma per problemi di produzione, non ha potuto iniziare fino all’anno scorso, stanziando un budget 120 milioni di dollari. Di questi, una somma cospicua, relativa alla vendita di una parte della sua azienda vinicola. 

Finora le uniche opinioni sul film sono legate alle First Reactions emerse a seguito della proiezione riservata del film, avvenuta a marzo e che ha coinvolto personalità del calibro di Donna Langley della Universal, Ted Sarandos di Netflix e Tom Rothman della Sony. Le opinioni, tuttavia, sono state contrastanti: se il capo di uno studio ha dichiarato: “Non è così bello. Ed è stato così triste guardarlo. Chiunque si metta dietro la distribuzione, perderà soldi”; un altro ha commentato: “Mi è piaciuto enormemente”.

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