Nina dei lupi, di Antonio Pisu

Un fantasy post-apocalittico piuttosto inusuale nel panorama cinematografico italiano. Ottimo il villain di Sergio Rubini e davvero sorprendente la giovanissima Sara Ciocca. Giornate degli Autori

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Un’improvvisa tempesta solare rende inutilizzabile qualsiasi apparecchiatura elettronica della terra. Lo stesso giorno, una neonata di nome Nina viene ritrovata nei pressi di un piccolo paese sperduto tra le montagne. Dopo il catastrofico e misterioso evento atmosferico che tutti chiamano “la sciagura”, la civiltà come la conosciamo si sgretola, le risorse scarseggiano e tra gli esseri umani vige la legge del più forte. In questa desolazione, il paese di Nina resta miracolosamente un mondo a parte, i suoi pochi abitanti vivono una serena vita senza tecnologia e Nina cresce con uno strano legame con la natura, che la porta a essere vista con sospetto dai suoi coetanei. Quando il pericoloso mondo esterno arriverà a bussare alla porta del piccolo paesino, la situazione si capovolgerà e Nina sarà costretta ad attraversare il fiume e rifugiarsi sulla montagna, l’unico posto in cui potrà venire a conoscenza delle sue vere origini.

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Al suo terzo film da regista, dopo Nobili bugie e Est – Dittatura Last Minute, Antonio Pisu dirige un thriller post-apocalittico tratto dall’omonimo romanzo di Alessandro Bertante. Nina dei lupi è un film piuttosto inusuale nel panorama cinematografico italiano e per questo potrebbe riuscire ad incuriosire il pubblico. Il testo di partenza possiede già di per sé un’anima spiccatamente ecologista. Il libro mette al centro del discorso il ritorno all’energia primigenia della natura e al rapporto simbiotico con essa, ormai perduto nella nostra civiltà. Nel libero adattamento di Pisu, scritto insieme a Pierpaolo De Mejo, Annapaola Fabbri e Tiziana Foschi, questo concetto viene offuscato dalla grande attenzione prestata alla natura umana e all’estrema disperazione creata da un contesto apocalittico.

La situazione raccontata nel film ricorda molto quella di una moderna gated community, vere e proprie enclavi urbane privilegiate dove si vive nel lusso mentre fuori esiste una condizione completamente opposta. Ma Nina dei lupi non racconta il conflitto tra ricchi borghesi e proletari delle periferie, il centro del discorso ruota intorno allo scontro tra due diverse nature dell’essere umano. Il piccolo paesino di Piedimulo dove vive Nina viene preso d’assalto da un gruppo di predoni capeggiato da Fosco, lo spietato villain interpretato da Sergio Rubini. Nina e Fosco rappresentano due facce della stessa medaglia ma in completa contraddizione, un po’ come quel concetto di “uomo fisiologico” e “uomo storico” tanto caro a Marco Ferreri. La ragazza è l’essere puro in completa sintonia col suo essere animale e parte della natura, Fosco, al contrario, è in qualche modo causa e conseguenza stessa del decadimento della civiltà contemporanea. Questo dualismo tra l’esistenza rurale/naturale e il progresso tecnologico e industriale si intravede in maniera simile nel cinema di Alice Rohrwacher, soprattutto riguardo film come Lazzaro felice, Le meraviglie e Omelia contadina.

La grande sorpresa di Nina dei lupi è sicuramente la prova di Sara Ciocca nei panni di Nina, ipnotica e credibile anche nelle scene più difficoltose, riesce a passare da momenti di tenerezza ad attimi di furia col solo uso dello sguardo. Per una classe 2008 non è poco. Sergio Rubini è perfettamente in parte, portando sulle spalle l’intera linea narrativa dei “predoni” del villaggio, che avrebbe corso il rischio di sembrare un tantino fiacca. L’impianto fantasy del film non è particolarmente riuscito, si affida perlopiù a qualche confuso flashback e all’atmosfera generale dell’ambientazione. I rari utilizzi della CGI sono alquanto scadenti e dall’aspetto amatoriale, ma per essere un prodotto italiano con un budget piuttosto modesto non ci si poteva aspettare di meglio, forse si potevano semplicemente lasciare all’immaginazione. Ciò che resta del finale confuso e movimentato di Nina dei lupi è un senso di speranza verso il futuro. La vecchia generazione è morta, sconfitta, ora spazio alla nuova. C’è un’altra alba, c’è speranza, c’è vita. Tutto può e deve cambiare.

 

Regia: Antonio Pisu
Interpreti: Sara Ciocca, Sergio Rubini, Sandra Ceccarelli, Cesare Bocci, Tommaso Di Marco, Caterina Gabanella, Davide Silvestri
Distribuzione: Genoma Films
Durata: 104′
Origine: Italia, 2023

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
Sending
Il voto dei lettori
3.2 (5 voti)
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