"Non posso vivere senza il mare". Incontro con il regista Bigas Luna.

Ogni volta che doveva scrivere il titolo del suo ultimo film, l'autore pensava sempre di
fermarsi a "Son", parola breve ed efficace. Ma poi, non riusciva ad omettere "De Mar". Bigas Luna, però, nonostante tutto, si sente più uomo di costa: preferisce la tranquillità della riva, la sensualità, il sole.

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Perchè nel suo cinema si combatte sempre tra amore e morte? 

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All'inizio della carriera il mio cinema era nero. Con Prosciutto Prosciutto è iniziata la cosiddetta fase rossa con la quale ho cercato di allontanarmi da quel cinema così poco umano per spingermi più verso la passione. Son de Mar rientra in questo filone, anche se penso che in questo momento la mia carriera stia entrando nella fase bianca. Ho la netta sensazione di seguire il cammino inverso di Goya. Egli cominciò con tele molto luminose, molto bianche passando poi al nero. Il mio cinema, al contrario, diventa sempre più luminoso. Dopo questo film sono ancora più sicuro di quanto sopra. Infatti dopo aver terminato le riprese, mi sono convinto che amore e morte vadano sempre insieme. Sono vitalista però penso che sia un aspetto mediterraneo quello di cercare sempre il giusto equilibrio tra sensualità e dramma.



Tinto Brass ha accusato alcuni registi, tra cui lei, di non avere il coraggio di fare erotismo fino in fondo. Che ne pensa?


Può darsi. Non sono sicuro di niente. La luna lo sa ma non lo racconterà… recita una bellissima poesia di Piovani. Il mio film non riguarda in realtà l'erotismo ma dell'impossibilità di separare il lato sessuale-animale, come pulsione primaria, dall'amore. Qualunque rapporto sessuale contiene una dose, anche minima di amore. La cosa importante di questo film è che racconta la storia di due persone vittime dell'amore; e badate bene, non parlo della passione, che è diventato un luogo comune. No, i due protagonisti non sono semplicemente schiavi di una passione travolgente ma di un amore che non riescono a controllare. Tutti desideriamo e cerchiamo l'amore però sappiamo anche che il tempo alla fine finirà per divorarlo. È per questo che i romantici hanno inventato il concetto di amore eterno. L'amore perfetto esiste solo alla presenza della morte.


Perchè ha scelto di trasporre il libro di Manuel Vicent?


Perchè me l'hanno proposto. E poi perchè adoro Vicent, che è anche un mio carissimo amico. E poi, ancora, perchè il libro contiene molte delle mie ossessioni: il sesso, il cibo, il mare e la morte. Manuel è un fantastico conversatore e un meraviglioso narratore. Insieme abbiamo trascorso dei momenti magnifici. Questa sua storia è quella che considero più affine a me. Ho ripetuto spesso che non mi piace conoscere gli autori dei romanzi che amo come non mi piace conoscere i padri delle ragazze con cui esco, per il semplice fatto che sono stati loro a generarle. Però con Manuel ho fatto un'eccezione.


Che cosa rappresenta il mare per lei?


Non posso vivere senza il mare. Ho un rapporto molto speciale con il mare e come mi capita con le passioni, non ne posso fare a meno. Ma l'amore che provo si trasforma in autentico panico quando mi trovo in mezzo al mare, come del resto mi capita con la passione. Ho paura delle tempeste improvvise, preferisco la tranquillità della riva del mare, la sensualità, il sole. Mi piace osservare le nubi che si avvicinano e che preparano il temporale; adoro osservare le tempeste, ma solo dalla sicurezza della mia casa. Il film è la storia di una tempesta; racconta una passione burrascosa come le tempeste in alto mare, una passione che ognuno di noi vorrebbe vivere ma per affrontare la quale bisogna essere dotati di un bel giubbotto di salvataggio.



Il film contiene diverse citazioni letterarie, perchè?


Anche nel libro è così. Nella traslazione non volevo perdere ciò. Ho cercato di prendere le punte romantico-popolare per lanciare un messaggio trasversale. Penso di esserci riuscito. Dal libro mi sono allontanato su altri aspetti. Per esempio ho cambiato location. Vicent si ispira a Murcia, io invece ho lavorato a Denia una piccola cittadina vicino Valencia. In più, il film, a differenza del romanzo, va dritto all'ossatura della vicenda e al cuore dei personaggi, senza soffermarsi troppo sui dettagli dell'ambiente circostante.



Ci parli degli attori protagonisti.


Ho scelto Leonor Watling durante una cena perchè l'ho filmata a sua insaputa con la mia video camera digitale e lei è arrossita. È stata una cosa che mi ha sorpreso e commosso al tempo stesso e per questo l'ho scelta. Nel caso di Jordi Molla, invece, si tratta di un ritorno poiché ha già interpretato altri film con me. Lo considero uno degli attori più camaleontici che conosca, in grado di interpretare qualunque tipo di personaggio. Per me è un Robert De Niro europeo. Ci intendiamo a meraviglia, mette tutto se stesso nel personaggio che interpreta e non smette mai di sorprenderti. 


La sensazione che traspare dal film è che ai due innamorati manchi un pizzico di moralità. È così?


Gli innamorati sono capaci di distruggere la vita degli altri per amore ed è questa la cosa che mi piace di più di questa storia. Tutti desiderano l'amore e la passione però, molto spesso quando finalmente arrivano, ti distruggono la vita e anche quella delle persone che ti circondano. L'amore travolge tutto ed in questa storia passa anche sopra alla moralità dei personaggi.


Ha avuto problemi di censura?


No. In Spagna, però, si è fatto un gran parlare del nudo di Leonor perchè per lei era la prima volta. Voglio aggiungere, a proposito di censura, che negli USA tutti i miei film precedenti sono stati manipolati. Ho scoperto, da poco, che in realtà da loro chi comanda sui diritti d'autore è la casa di distribuzione e non più il regista del film. Possono fare praticamente quello che vogliono. Il divieto sul mio film per i minori di 14 anni naturalmente la trovo un'ingiustizia. Per Uova d'Oro, in Inghilterra, addirittura censurarono anche la locandina, perchè l'attore aveva le mani sui coglioni.


Progetti per il futuro?


Ho esordito su internet con un corto di due minuti dal titolo "Collar de Moscas". È una storia davvero particolare in cui si prova giovamento ed eccitazione per una collana fatta di mosche vive che battono le proprie ali sul collo del protagonista. Si possono conoscere ulteriori dettagli andando sul mio sito: "www.tallerbigasluna.com". Comunque ho già in mente un film per la fine del 2004.


 


 


 


 


 


 

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