"Nowhere Boy", di Sam Taylor Wood
Non c'è spazio per rievocazioni storico-musicali, nè iconografico-merceologiche. Il film della Wood decide consapevolmente di concentrarsi su John Lennon ragazzo, ancora ignaro della futura gloria, e lo racconta come una delle tante difficili storie di formazione e disagio giovanile della provincia inglese di metà anni cinquanta. Ma purtroppo perde tutte le potenziali fascinazioni del progetto iniziale, finendo invischiato nella convenzionalità di un racconto di maturazione adolescenziale senza picchi emotivi, qua e là persino anonimo
La Wood cerca in tutti i modi di stare attaccata alla storia privata del giovane Lennon senza cedere a infatuazioni pop o cinemusicali e mantenendo un controllo della materia che a suo modo si allontana da possibili scorciatoie modaiole di messa in scena. L’inizio in tal senso, con il giovane Lennon che corre da solo volgendosi indietro come all’inizio di A Hard Day’s Night di Richard Lester accompagnato dall’accordo stridente d’apertura della canzone omonima è in tutto e per tutto una falsa pista. Lennon si sveglia da un sogno (premonitore ovviamente) chiarendo subito al pubblico (e a se stesso) che non c'è spazio qui per rievocazioni storico-musicali, nè iconografico-merceologiche. No. Nowhere Boy decide consapevolmente di concentrarsi su altro. Ovvero su John Lennon ragazzo, ancora ignaro della futura gloria, e lo racconta come una delle tante difficili storie di formazione e disagio giovanile della provincia inglese di metà anni cinquanta. Così facendo però perde in fretta tutte le potenziali fascinazioni del progetto iniziale, finendo invischiata nella convenzionalità di un racconto di maturazione adolescenziale senza picchi emotivi, qua e là persino anonimo. A forza di togliere da una parte e aggiungere dall'altra (insostenibile per farraginosità esplicativa la sequenza della resa dei conti davanti alle due madri), qui si perde completamente di vista l'impulso ad accendere la materia. Non è un caso allora che i più convincenti segni di risveglio emergano soprattutto nella seconda parte, quella in cui la musica e le origini del futuro quartetto iniziano ad avere la meglio sulle vicissitudini famigliari del protagonista. Paradossalmente a emergere è soprattutto la figura del giovane McCartney, resa con tenerezza e ambiguità da Thomas Sangster, e la rivalità sotterranea, ma sempre sul punto di esplodere, con Lennon. Ma si tratta di un altro film, di un'altra storia. E non è quella che la Wood ci voleva raccontare.
Titolo originale: id.
Regia: Sam Taylor Wood
Interpreti: Aaron Johnson, Kristin Scott-Thomas, David Threlfall, Anne-Marie Duff, Ophelia Lovibond, Thomas Brodie Sangster
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 98'
Origine: UK/Canada, 2009