"Oggi sposi… niente sesso" di Shawn Levy

La classicità della messinscena è già presente nella sovrapposizione di piani, nella scansione ritmica di un avvicinamento che fa lievitare la fisicità della situazione in un susseguirsi melodico di linee che si intersecano, come a formare un disegno che si trincera in un'opposizione di corpi.

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Oggi sposi… è un 'opera di interni, un delizioso fraseggio colorato di saloni, porte che si aprono su stanze inaspettate, girotondi di sguardi che si incrociano nel punto di non ritorno del set. Shawn Levy deve conoscere molto bene la commedia classica americana, soprattutto il tono di certi Minnelli e Hawks, perché la sua opera segna oggi un deciso ritorno (stavolta anche più incisivo dei recenti Un ciclone in casa e Una ragazza e il suo sogno) all'aria concentratissima eppure libera e divertita di un cinema che nasceva come contrapposizione tra interno ed esterno, per inventarsi poi delle incursioni assolutamente impensate su set inimmaginabili. In questo senso il film evoca subito una condensazione visiva rarefatta e preziosa (l'interno piccolo-borghese della famiglia della protagonista) in cui si affaccia timidamente il pretendente della giovane, uno speaker radiofonico, grandissimo conoscitore di sport. Ecco, la classicità della messinscena è già presente in questa semplice sovrapposizione di piani, nella scansione ritmica di un avvicinamento che fa lievitare la fisicità della situazione in un susseguirsi melodico di linee che si intersecano (facile pensare al Minnelli de La donna del destino, con un Peck che non a caso era un giornalista sportivo), come a formare un disegno che si trincera in un'opposizione di corpi (quello dei componenti della famiglia di lei che si oppongono al giovane) immersi in una dialettica fisica sempre improntata al risalto di una posizione sociale, di un gusto, di un hobbie. E' davvero come se Levy tornasse continuamente sulle superfici di una commedia romantica già però negata in partenza (l'incontro tra i due giovani avviene tramite una palla da baseball che, lanciata inavvertitamente dal protagonista, colpisce la futura fidanzata e moglie), attraversando la materia del racconto con inserti liberi di spaziare dal tono giovanilistico dell'inizio (una specie di sequel dell'interno di American pie), alla centrifuga impazzita del seguito, in cui Levy, dopo avere apparentemente chiuso i corpi all'interno di pareti spesse, li catapulta freneticamente in un esterno (quello rappresentato dalla luna di miele dei due protagonisti ) in cui viene filmato proprio il tentativo di concretizzare un'unione sempre mancata. Non a caso la tensione amorosa dei due viene sempre interrotta dall'ex fidanzato di lei (mandato in avanscoperta dai genitori della giovane), ed è qui che Levy si riappropria totalmente di un cinema quasi di strada, costellato di partenze, rinvii, destinazioni sognate, come a voler filmare un possibile seguito di Due per la strada, interrotto/incidentato/contaminato da un catastrofismo edwardsiano che lacera e contrappone spazi e proporzioni, per risolversi poi in una sintesi di forme nuovamente piane.

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Titolo originale: Just married
Regia: Shawn Levy
Sceneggiatura: Sam Harper
Fotografia: Jonathan Brown
Montaggio: Scott Hill, Don Zimmermann
Musiche: Christopher Beck
Scenografia: Nina Ruscio
Costumi: Debra McGuire
Interpreti: Ashton Kutcher (Tom Leezak), Brittany Murphy (Sarah McNerney), Christian Kane (Peter Prentis), David Moscow (Kyle), Monet Mazur (Lauren), David Rasche (Sig. Mc Nerney), Thad Luckinbill (Willie McNerney), David Agranov (Paul McNerney), Taran Killam (Dickie McNerney), Raymond J. Barry (Sig. Leezak), George Gaynes 8padre Robert)
Produzione: 20th Century Fox, Media Stream 1. Productions, Robert Simonds Productions
Distribuzione: 20th Century Fox
Durata: 95'
Origine: USA, 2003


 


 

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