Patria – Incontro con Felice Farina, Francesco Pannofino e il cast

PATRIA di Felice Farina
Questa mattina, alla Casa del Cinema di Roma, Felice Farina ha presentato il suo ultimo lavoro, già portato a Venezia 71 nelle Giornate degli Autori, sunto delle novecento pagine di Patria 1978-2008 firmato da Enrico Deaglio. Il regista è stato accompagnato dagli interpreti Francesco Pannofino e Carlo G. Gabardini a cui si è aggiunto il cast tecnico.

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PATRIA di Felice Farina

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Il regista Felice Farina ha presentato questa mattina in anteprima il suo ultimo lavoro, Patria, già transitato nella sezione Giornate degli Autori, Venice Days, dell'ultimo Festival di Venezia. Tratto dal tomo di Enrico Deaglio, Patria 1978-2008, narrazione di trent'anni di storia del nostro Paese. I tre protagonisti, interpretati da Francesco Pannofino, Carlo G. Gabardini e Roberto Citran, si trovano sulla torre di una fabbrica in dismissione. Nel racconto si mescolano fiction con materiale di repertorio vario, tratto dagli archivi i più disparati, quali: Rai Teche, Archivio Lotte Fiat Pietro Perotti, Archivio nazionale Cinema Impres, Centro Sperimentale di Cinematografia. Il regista è stato accompagnato da Francesco Pannofino e Carlo G. Gabardini a cui si è aggiunto il cast tecnico.

Come sei riuscito a condensare novecento pagine di narrazione nell'arco temporale di 87'?

Felice Farina:
Tutto nasce da una fiamma istintiva scaturita dalla lettura del testo di Enrico Deaglio, poi è servita una sedimentazione di anni fino alla sfida quasi folle e arrogante di condensare il tutto in circa 90' di film. Fondamentale è stato l'intervento di Esmeralda Calabria (montatrice) che ha estratto l'equazione finale costruendone la struttura emotiva.

E'stato complicato mettere mano ad un materiale di tale complessità e come avete lavorato?


Esmeralda Calabria:
Abbiamo lavorato in piena libertà. Nella prima stesura i personaggi seguono la sceneggiatura ma è stato necessario aggiungere materiale di repertorio anche per la brevità che ne scaturiva. E' stato molto difficile selezionare le immagini che fossero le più appropriate a descrivere il clima che volevamo restituire: onirico, di sonnambulismo, di dormiveglia e confusione. Tutto ciò è stato possibile grazie all'intervento di Valerio G. Faggioni (musiche)

Valerio G. Faggioni:
E' vero, è stato possibile lavorare in grande libertà come molto poco accade nei set cinematografici del nostro Paese. L'intenzione è stata di ricreare suoni che riproducessero le atmosfere metalliche della fabbrica.

Come hai approcciato il personaggio di Luca?


Carlo G. Gabardini:
Ho già interpretato un personaggio con disabilità nel film di Giulio Manfredonia Si può fare. L'handicap è credibile quando sei circondato da un gruppo di attori capaci di supportarti. Luca incarna gli italiani che non si schierano di qua o di là, quelli consci che l'unico modo di vedere la realtà sia conoscere i fatti, sapere quello che è successo. Quelli per cui l'interpretazione verrà solo dopo quando correranno momenti migliori che consentano ciò. Che Luca sia autistico è estremamente indicativo.

 

PATRIA con Francesco PannofinoTi scopriamo qui nella veste di cantante, come nasce il tuo ''Sequestro di Stato''?

Francesco Pannofino:
Abitavo in via Fani ai tempi dell'Università. La mattina del sequestro Moro, evento di cui tratta il brano, mi recavo a lezione di algebra. Sono passato di lì pochi secondi prima della sparatoria. Avevo 19 anni e quel fatto mi è rimasto impresso in modo indelebile nella memoria tanto che nel 2006 l'ho riesumato, postumo, in versione musicale. Quando Felice l'ha scoperto ha voluto inserire il brano in chiusura di Patria

Nel futuro del film la cooperativa sarà diretta da Salvo e Giorgio, destra e sinistra insieme… c'è un riferimento puramente casuale alla realtà politica attuale?


Felice Farina:
Faccio ripetere talmente tante volte ai due protagonisti gli aggettivi fascista e comunista che questa dialiettica perde di significato. Ho pensato e voluto il suo superamento. Per questo il film si avvia verso una conclusione/inizio abbastanza scontati volti a significare ''voto l'uomo non il partito''.

In che modo le nuove tecnologie hanno aiutato il tuo lavoro 'da artigiano'?


Felice Farina:
Il digitale interviene aiutando a realizzare in low budget ciò che sarebbe irrealizzabile se avessi usato mezzi come gru e dolly. Al loro posto i droni sono stati fondamentali perchè accessibili e garanti di un'ottima resa. Il greenscreen allestito a Cinecittà ci ha permesso di realizzare i fondali in notturna.

Che tipo di riscontro credi possa avere tra il pubblico in un momento in cui spopola in sala un blockbuster come 50 sfumature di grigio?


Felice Farina:
Il blockbuster non incrocia le nostre strade distributive che per fortuna esistono grazie alla rinnovata essenza dell'Istituto Luce. Con il suo staf entusiasta ci ha permesso di arrivare in sala nella microdistribuzione di 20 copie. Nel frattempo ci sono film che hanno 400 copie in sala e nonostante pensi – come Andrea Occhipinti – che siano veramente troppe, credo non possano intaccare il nostro cammino che è completamente differente

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