PREVIEW – "Ti piace Hitchcock?", di Dario Argento

Presentato tra gli applausi in anteprima mondiale al festival del film fantastico di Bruxelles "Ti piace Hitchcock?" è il primo episodio di una serie televisiva prodotta dalla RAI e curata dallo stesso Argento che omaggiando il cinema del Maestro inglese ripercorre anche il proprio.

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Folle ululanti come lupi innamorati al chiaro di luna hanno accolto a Bruxelles Dario Argento, patriarca e padrino del BIFFF (Brussells International Festival of Fantastic Film), manifestazione ventitreenne che al dono dell'anteprima mondiale di Ti piace Hitchcock? offerta da Dario Il Grande ha risposto nominando il regista (aquilotto) "cavaliere dell'Ordine del Corvo" (simbolo del festival).

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In questa atmosfera giocosamente gotica Argento ha calato la sua ultima opera, primo film di una serie di otto ritratti dedicati ad altrettanti maestri del "brivido", prodotta dalla RAI e curata personalmente dall'autore di Profondo Rosso (che girerà anche il secondo film).


Il cartaio gioca a carte scoperte, costruisce Ti piace Hitchcock? intorno ad una videoteca per studenti DAMS, o d'essai se preferite, in cui Giulio (Elio Germano), laureando in cinema e "uomo che guarda", cerca i film dell'espressionismo tedesco per la sua tesi. E' qui, tra i DVD dei film di Hitchcock, che il giovane ascolta una conversazione tra Sasha (Chiara Conti) e Federica (Elisabetta Rocchetti), prima di scoprire che la prima è sua dirimpettaia e ha un rapporto burrascoso con la madre. Che viene brutalmente assassinata nella notte.


Superando sia l'estensione formale di De Palma che la devota e deliziosa pratica amanuense e calligrafica di Gus Van Sant (o la via "centrista" di un Curtis Hanson), Argento costruisce un mondo totalmente hitchcockiano, in cui trame, immagini, personaggi si ammantano sugli spazi e sui tempi propri del cinema del regista romano. Ormai eccentrico, come il miglior cinema italiano, il cinema di Argento ruota su stesso, non solo perché torna ancora a filmare Torino, questa volta estiva e lineare (in cui le ombre serpeggiano ancora di più), o per il grande poster de Il Cartaio che campeggia sulla vetrina della videoteca ma per la ricerca stessa di atmosfere, sequenze che fanno di Ti piace Hitchcock? anche un "Argento secondo Argento".


Dario filma in modo trasparente tutta l'apparecchiatura cinefila costruita, ripercorre ed evidenzia una traiettoria cinematografica che da Lang arriva a Lynch (Sasha /Federica, bruna/bionda) ma lascia che a scoprire le carte sia Giulio e tutto il cast giovanissimo, abbandonandosi all'ambiguità "naturale" dell'immagine. Immagina la cinefilia contemporanea come uno sfaldarsi di triangoli, evaporazione dei corpi e distanza dal mondo e dalla casa (là dove i Dreamers di Bertolucci si univano negli anni '60).


Ma Ti piace Hitchcock? è anche la trasformazione di un'operazione televisiva (seriale) in opera cinematografica in cui il lavoro sugli spazi, le inquadrature, i tempi richiederebbero uno schermo grande quanto il cielo e ancora un binocolo e non sarebbe abbastanza (almeno per noi che desideriamo (luce) senza fine). Argento irrompe annullando la supposta differenza tra il girare per il cinema o la TV su cui marciscono tanti a cui Hitchcock piace perché glielo hanno insegnato a scuola. Come Rossellini, Hitchcock, Lynch, Dario Argento fa sempre cinema, un'anomalia per un'industria che ormai fa quasi solo teleromanzi in cui non c'è niente da vedere. Forse tanti che lo vedranno in TV sentiranno la mancanza di un grande schermo, al contrario delle tante volte che al cinema abbiamo voglia di televisione (per poter cambiare canale e montare il nostro blob).

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