RIVISTE DI CINEMA – Harvey Milk 30 anni dopo

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Gus Van Sant, Dustin Lance e James Franco parlano di Milk, di fronte alla videocamera di Empire. VIDEO

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Il regista Gus Van Sant e lo sceneggiatore Dustin Lance Black hanno entrambi ricevuto una nomination all’Oscar per l’impegno profuso in Milk, il biopic su Harvey Milk, il politico originario di San Francisco. Li abbiamo incontrati in città e abbiamo parlato della particolarità di Milk, delle sfide che sono state affrontate per girare la pellicola e del’importanza che ha oggi un film del genere…

 

Empire: che cosa l’ha spinta a scegliere la sceneggiatura di Dustin Lance Black per il suo film?

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Gus Van Sant: per Milk ho potuto scegliere tra tre diversi script. Quello di Lance si distingueva dagli altri per l’efficacia con la quale emerge la figura di Harvey, il suo carattere. È proprio lui a parlare, proprio la sua, la voce che si sente nei dialoghi. Credo poi che la mia scelta sia stata determinata anche dall’elemento che è stato scelto come centrale: la storia di Harvey Milk raccontata attraverso le sue azioni politiche. Il film si muove così entro uno spazio limitato, risultando perciò né particolarmente lungo, né troppo confusionario.   

Empire: perché ha scelto Sean Penn?

Gus Van Sant: il suo è stato uno dei primo nomi a saltare fuori. Si è dimostrato interessato al progetto e abbiamo pensato che potesse essere più che adatto al ruolo. Non solo perché è un attore superlativo, ma anche perché è un perfetto comunicatore. Ne sono la prova i filmati che abbiamo potuto apprezzare su youtube.

 Gus_Van_Sant_e_Dustin_Lance_BlackDustin Lance Black: era capace di fare battute stupidissime, ma allo stesso tempo aveva il fuoco dentro, era passionale. È incredibile quanto la sua interpretazione si sia avvicinata al modo in cui il vero Harvey appariva nei filmati.

Empire: che importanza ha un film come Milk, dal momento in cui dopo il referendum (Proposition 8) sono stati nuovamente dichiarati illegali i matrimoni per gay e lesbiche in California?

Dustin Lance Black: è molto triste che durante le riprese si sia fatta sempre più concreta l’idea che ci sarebbe stato un referendum per l’intero stato della California, referendum che avrebbe impresso la parola “bigottismo” nella Costituzione della California stessa. È scioccante, che 30 anni dopo in questo ambito non si siano fatti i progressi che Harvey sperava. Allo stesso tempo la cosa non sorprende più di tanto, perché credo che queste lotte per il rispetto dei diritti civili abbiano in fondo perso in efficacia. Harvey scoprì negli anni ‘70 che se i gay e le lesbiche fossero usciti allo scoperto, confessando la loro natura ad amici, familiari e vicini, avrebbero dovuto necessariamente fare i conti con gli stereotipi. E se ci si ferma ad osservare la situazione attuale della comunità gay e lesbo, ci si rende conto di come non ci si sia spinti molto più in là. Non è un segreto per nessuno che la campagna in California non abbia voluto nessuno della comunità gay e lesbo a supportarla. I gay e le lesbiche non sono state nominate e i cartelli non hanno neppure riportato la parola “matrimonio”. Se per la gente era difficile riuscire a capire di che cosa si trattasse realmente, figuriamoci allora come poteva sapere “a chi” stava per fare del male. La gente che non sa a chi sta facendo del male poi, non si preoccupa di fare davvero del male. È per questo che alla fine si è trattato di una scelta fatta per lo più in modo casuale, piuttosto che di qualcosa che aveva a che fare direttamente con i loro fratelli e sorelle. È davvero tragico che 30 anni dopo si debba assistere allo stesso tipo di lotte, ma in fondo la cosa non mi sorprende. Speriamo che questo sia il momento giusto perché da oggi in poi le cose cambino, perché la comunità gay e lesbica possa avere una sua storia vera.

 

 

 

Più noto come il migliore amico di Spider Man o, come lo strafumato nel più recente Pineapple Express, James Franco dimostra una capacità recitativa di gran lunga più evidente in Milk, in cui interpreta il ruolo di Scott, il compagno di Harvey Milk […].

 Empire: com’è stato interpretare il ruolo che in genere spetta alle “mogli”?

 James_FrancoJames Franco: è stato magnifico. Non avevo mai interpretato un ruolo simile fino ad oggi. Non so se parlare del ruolo di moglie in questo caso faccia riferimento al ruolo politico, al ruolo di supporto della moglie in questione, identificando così un personaggio non centrale. Sono piuttosto sicuro che alle attrici venga spesso proposto questo tipo di ruolo, perché si sa, la parte del protagonista, l’opportunità di interpretarlo, è stata data nella storia del cinema più e più volte a degli uomini. Ecco perché alle donne non piace interpretare il ruolo di “moglie”. Per me era la prima volta che mi veniva offerto un ruolo simile, per cui si è trattata di una grande occasione. Ho dato il meglio di me ed ho cercato di essere il più possibile di supporto.

 Empire: come si è sentito a recitare davanti alla famiglia e agli amici di Harvey Milk?

 James Franco: è stata per me un’esperienza straordinariamente significativa. Credo che una delle cose in cui Gus Van Sant riesce meglio, sia la capacità che ha di costruire una determinata atmosfera. Per questo film ha raccolto sul set tutte le persone che avevano realmente fatto parte della storia e che erano lì tutti i giorni. È una cosa che ha davvero una grande influenza sugli attori e sulle loro performance, che fa davvero cambiare il loro modo di recitare, pur di non deluderli. Il vantaggio è che si ha la possibilità di fare loro delle domande, di chiedere com’era la realtà in corrispondenza di un determinato evento o periodo. Tutto sommato, aiuta il film ad essere autentico.

 Empire: quali sono i suoi prossimi progetti?

 James Franco: il prossimo è un piccolo film su Allen Ginsberg, per la regia di Rob Epstein and Jeffrey Friedman, gli autori di The Times of Harvey Milk, il documentario originale su Harvey Milk.

 

 

Interviste a Gus Van Sant, Dustin Lance Black e James Franco di Helen O’ Hara – Empire

 

Traduzione a cura di Giovanna Canta

  

EmpireOrmai prima rivista specializzata cinematografica britannica davanti alla rivale Total Film, viene pubblicata dal 1989 su base mensile dalla Bauer Consumer Media. Magazine popolare per target e copertura, si interessa di cinema commerciale così come d’autore, ma dedica maggiore spazio agli eventi filmici della grande Hollywood, senza dimenticare l’impatto del mercato dei DVD sul mercato cinematografico contemporaneo. Grazie ad una serie di rubriche “fidelizzate”, instaura da sempre un rapporto interattivo con i lettori, costantemente spinti a fornire il proprio feedback

 

 

 

 

 www.empire.com

 

 

 

 

 

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