#RomaFF14 – Ethan Coen racconta la chirurgia attraverso il cinema

Ethan Coen per il suo Incontro Ravvicinato con il pubblico dell’Auditorium sceglie un argomento a sorpresa: la chirurgia nel cinema, da Operazione Diabolica al coeniano L’uomo che non c’era

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Hollywood non è una parolaccia.

 

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Era lecito aspettarsi qualcosa di originale, da un personaggio fuori dagli schemi come Ethan Coen, e lui non ha deluso le aspettative: ha infatti scelto di concentrare la sua conferenza del ciclo Incontri Ravvicinati della Festa del Cinema di Roma su un argomento tutt’altro che scontato, per giunta tenuto in gran segreto fino all’ultimo: la chirurgia nel cinema.

Sollecitato da Antonio Monda, il più giovane dei fratelli Coen ha raccontato di come consideri la chirurgia un ottimo setting per un film, soprattutto quando viene usata dai personaggi per trasformare i loro connotati e cambiare vita. Due film come Jim Lo Sfregiato e Operazione Diabolica (di cui sono state proiettate clip, oltre a quelle di altri film a tema) sono stati citati dal regista come ottimo esempio di questo concetto.

Ma non si è parlato solo di chirurgia. La proiezione di una clip tratta da L’uomo che non c’era è stata l’occasione per indirizzare l’incontro verso il cinema di Ethan Coen e di suo fratello. Tra un accenno al modo di recitare dei loro attori (che non improvvisano mai, anche se volte sembrano farlo) e una significativa riflessione su come fare film significhi autocensurarsi di continuo (sul set e al montaggio) Coen ha avuto anche modi parlare, con rammarico, di un grande progetto incompiuto: The White Sea, un film di guerra che nelle sue intenzioni doveva essere quasi muto. Un film che purtroppo difficilmente vedrà la luce.

Infine, quando gli è stato chiesto per quale film vorrebbe essere ricordato, il  cineasta ha dimostrato di avere le idee chiare: A Serious Man è il film che lui e suo fratello amano di più, perché con esso hanno ricostruito un mondo che non c’è più.

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