#RomaFF15 – Incontro Ravvicinato con Steve McQueen

Un incontro alla Festa del Cinema di Roma nel quale il regista britannico ha parlato del suo percorso registico film per film. A lui il premio alla carriera dell’edizione 2020 del Festival

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Antonio Monda incontra Steve McQueen alla Festa del Cinema di Roma in occasione della consegna del premio alla carriera conferito al regista britannico. McQueen ha risposto alle domande poste dal direttore del festival e ha ripercorso il suo percorso registico.

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Si comincia, però, da una pellicola non diretta da McQueen, ma da Jean Vigo nel 1933: Zero in condotta. Questo è stato indicato dal regista come il suo film preferito e dal quale la sua poetica non può prescindere. Sono centrali nel suo cinema la necessità di uscire dagli schemi, lo sperimentalismo visivo oltre che l’infanzia, orizzonte personale dal quale provengono molti spunti. McQueen, infatti, nel raccontare la sua ammirazione per Bobby Sands, il protagonista di Hunger impersonato da Michael Fassbender, lo paragona ad un bambino: “l’ho voluto raccontare per la sua fermezza, per il modo in cui utilizza il suo corpo come un’arma, essendo l’unica cosa sulla quale ha potere. Come un bambino al quale i genitori hanno detto di non alzarsi da tavola fino a quando non ha finito la sua cena. L’unico modo per tenere il punto era rifiutarsi di mangiare”.

Una fermezza che si riflette nelle sue inquadrature, spesso lunghe e fisse, come quelle tratte da Hunger e Shame. “Non taglio perché voglio mantenere la tensione alta”, dice McQueen, sostenendo che il taglio di montaggio sia una rottura che dà sollievo allo spettatore. Un certo sollievo lo ha dato, invece, 12 Anni Schiavo: “Era un periodo nel quale avere un protagonista nero e trattare di certe tematiche spaventava. Molte persone non sono andate al cinema e hanno preferito vederlo in DVD per paura del tema. Abbiamo, però, dimostrato che anche un film così può essere redditizio”. McQueen aggiunge che il periodo storico abbia reso più facile realizzare il progetto: la presidenza Obama e un clima ben diverso hanno “socchiuso una porta”.

L’ultima parte dell’incontro se ne va via veloce, tra problemi di tecnici che rischiano di diventare protagonisti (in diretta su Youtube e fermato per ragioni di copyright in occasione della messa in onda delle clip), una dichiarazione di stima di Zadie Smith (“è il miglior regista del mondo”) e un breve passaggio su Widows, il cui spunto proviene ancora una volta dall’infanzia del regista. Fa venire un sorriso imbarazzato, invece, il ringraziamento di McQueen alla Festa del Cinema di Roma per aver riportato il pubblico in sala in occasione di Soul: la Disney ha confermato che la sala è ben lontana dalle sue priorità e diversi cinema hanno scioperato per protestare contro il passaggio del nuovo film della Pixar alla Festa.

È Laura Delli Colli, presidente del festival, a consegnare il premio a Steve McQueen, in attesa di vedere gli episodi presentati all’Auditorium della sua nuova miniserie Small Axe.

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