"Se accetti un gesto gentile devi deporre la spada". Incontro con Ermanno Olmi

Il regista lombardo parla del suo ultimo film "Cantando dietro i paraventi", favola esotica dalle radici vere e dal sentimento universale, la quale grazie al suo lirismo ci ricorda che "per guardare il cielo bisogna partire dalla terra".

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Dopo aver ammirato le mirabili ricostruzioni delle navi negli studios di Dinocittà ora finalmente è possibile seguire le vicende della piratessa Ching, giovane donna divisa tra sete di vendetta e desiderio di pace, nella pienezza e nella magia dello schermo cinematografico. Esce, infatti, Cantando dietro i paraventi, ultima realizzazione del regista Ermanno Olmi che coniuga favola onirica e storia esotica, finzione teatrale e magnificenza cinematografica. In occasione della conferenza stampa tenutasi a Roma Olmi ha piacevolmente conversato con i giornalisti mentre accanto a lui la giovane protagonista, attrice emergente, e il più navigato ma sempre sorprendente Carlo Pedrazzoli sedevano soddisfatti del lavoro finale. La presenza in sala dei produttori ha reso noto che la pellicola, costata circa 10 milioni di euro, sarà distribuita anche sul mercato americano. 

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Dopo Il mestiere delle armi torna ancora una volta a raccontarci una storia di guerra e di pace?


Ho avuto voglia di continuare il discorso sulla guerra già iniziato nel mio penultimo film. Credo che soprattutto in questo momento tutti avvertiamo delle inquietudini dovute all'instabile situazione internazionale. Le istituzioni non sempre ci comunicano il modo giusto per reagire in quest'impossibilità di agire. Allora io, non avendo risposte logiche e razionali per la questione, mi sono rivolto al genere della favola per comunicare la mia visione delle cose. Noi ci raccontiamo sempre delle favole, anche da adulti. Si vive attraverso un'anticipazione del futuro che le favole che ci raccontiamo ci mettono a disposizione. Nella pellicola viene detto: "Se accetti un gesto gentile devi deporre la spada". Queste, come molte altre frasi, avrebbero perso di senso in un contesto realistico e il pubblico avrebbe finito per ridere. Il mestiere delle armi si chiudeva con una raccomandazione dei generali. Soprattutto chi è più potente deve essere consapevole della grandezza e delle conseguenze di un gesto gentile.


 


Il film narra di pirati ma non ci sono arrembaggi…


Diciamo che quelli li ho dati per scontati. Nelle tragedie greche le azioni, gli arrembaggi in questo caso, accadono fuori dalla scena. A scena aperta si discute delle ragioni delle azioni violente. E' una scelta dovuta.


 


Il film presenta una grande capacità di tenere insieme semplicità e solennità. Qualche informazione sulle fonti del racconto?


Esiste una vasta letteratura sul mondo della pirateria. Lessi di un poeta cinese che prese lo spunto da una vicenda reale, quella della vedova Ching divenuta un pirata dopo l'avvelenamento del marito, e rimasi colpito dalla frase finale del suo poema dove si racconta di un ritorno alla serenità dopo tempi violenti in cui le donne tornano finalmente a cantare dietro i paraventi. Io non ho come immagine di pace di meglio che il suggerimento di questo poeta.

Come mai tra le fonti non ha citato Luis Borges che ha parlato della vedova Ching?


Perché è lo stesso Borges a dichiarare che ha preso il suo racconto esattamente come era raccontato dalla letteratura cinese. Io sono andato direttamente alla fonte con questo poema cinese scritto nel 1810.


 


Fino a che punto Lei, come artista occidentale, ha sposato la filosofia orientale?


Anche nella mia infanzia il proverbio è sempre stata una fonte di saggezza. Alcune sono massime che appartengono anche alla letteratura cristiana.


 


Cantando dietro i paraventi è un film sull'arte della resa, un'arte nascosta e femminile. Oggi ancora troppo spesso le donne non godono di una giustizia sociale anche se recentemente in molte pellicole, ad esempio in "Kill Bill", impugnano le armi.


Io credo che il perdono nella donna non sia una sconfitta ma un atto eroico che va riconosciuto e premiato. Purtroppo non sono solo le donne a non godere di giustizia sociale. Le donne hanno in sé la conoscenza del valore della vita, sicuramente più degli uomini. La responsabilità della donna è superiore a quella degli uomini e la donna deve per questo possedere grande dignità. Sarà che io ho perso mio padre molto presto e ho una grandissima considerazione delle donne che mi hanno cresciuto.


 


 Il film è di grande bellezza visiva. Ci sono degli specifici riferimenti iconografici?


E' imbarazzante ma devo rendere merito a mio figlio Fabio che ha realizzato una grande fotografia. Lui non ha fatto riferimento a pittori ma ha solo letto il copione e seguito le sue suggestioni. Abbiamo deciso di fare un film colorato, come lo sono le favole. Non volevo fare un film cinese ma un film su come noi vediamo la Cina. In questo modo la dimensione favolistica è ancora più accettata perché estranea al nostro contesto. Noi siamo anche quello che sappiamo recepire che è in relazione alla capacità di ascoltare.


 


Nonostante l'ambientazione sia esotica ed appartenga ad un'altra epoca sembra ci siano molti riferimenti alla nostra attualità.


E' sempre accaduto che persone che dispongono di potere utilizzino false legalità per difendere i propri privilegi. Il cittadino deve far sapere che è consapevole della realtà che sta vivendo. Facciamo sapere che non siamo stupidi, almeno questo…

Lei è sempre stato un regista molto attento alle musiche.


Ho attinto a fonti della musica popolare cinese ma il grande piacere di convivialità mi seduce sempre. Ho degli amici, Bach, Ravel, che mi tengono compagnia. Per questo, anche stavolta, li ho inseriti nella partitura musicale del film. La colonna sonora originale è stata composta da Han Yong, un grande musicista cinese che ora vive a New York.


 


Che scelta ha compiuto nel fare teatro nel cinema?


Il teatro e il cinema sono due realtà molto simili che ci raccontano la vita. Il teatro ha come sua naturale propensione quella di distillare un pensiero. Il cinema è grande dispensatore di emozioni. Ho cercato di far convivere i due mondi.


 


A seguire la rappresentazione teatrale c'è un ragazzo dalle chiare fattezze occidentali. Cosa rappresenta l'inserimento di questo personaggio?


Il ragazzo può rappresentare la nostra condizione se siamo in uno stato ideale per recepire una favola. Il giovane, in cerca di un convegno di cosmologia, arriva in teatro dove è costretto ad abbassare lo sguardo dal cielo verso la materialità delle cose terrene. Per guardare il cielo bisogna partire dalla terra altrimenti non si è neanche più in grado di riconoscere il cielo.

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