"Sono tanti anni che cerco di fare una storia operaia". Incontro con Wilma Labate

Signorina EffeWilma Labate e lo sceneggiatore Domenico Starnone parlano del lavoro svolto per scrivere il loro ultimo film, Signorina Effe. Dall’importanza del momento storico trattato e delle lotte operaie al valore della protagonista femminile, Emma, che diventa il simbolo, con le sue contraddizioni e traformazioni, di quel periodo. (VIDEO)

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wilma labate Perché ha scelto di ambientare il suo film nel mondo del lavoro e in un momento storico così ben preciso?

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Wilma Labate – Il desiderio di raccontare il mondo del lavoro è molto antico, sono tanti anni che cerco di fare una storia operaia, proprio perché ho sempre pensato che è lì che si trova una parte della cultura di questo paese. Il film è stato ambientato in quel periodo perché è una specie di pietra miliare per cercare di comprendere l’oggi.

In questo film è molto importante la figura femminile rappresentata dal personaggio di Emma, quale è il suo valore?

WL – Questa figura femminile è prima di tutto, per me, moderna e può essere interpretata come la chiave di lettura di quei tempi molti difficili. E questo mi è molto servito, anche perché ho scelto un linguaggio femminile da adottare davanti alla macchina da presa. Questo ruolo femminile ha poi una sensualità di fondo che è un elemento che faceva parte di ieri, di quel momento e che oggi è vissuto in termini molto diversi.

Come avete lavorato per scrivere la sceneggiatura?

Domenico Starnone – Il racconto ha al centro un personaggio femminile e il peso della storia è quasi tutto sui movimenti di quel personaggio. Noi raccontiamo un anno duro, spesso terribile, che è il 1980, e che probabilmente è un anno che segna un passaggio ad un’altra fase. Un racconto di questo tipo era difficile e noi abbiamo concentrato i movimenti sotterranei del mondo operaio su questo personaggio femminile, sulle sue trasformazioni e nelle sue contraddizioni.

Cosa ne pensa del 1980, della situazione politica di allora e di quella odierna?

DS – Il 1980 è un anno limite, quasi di confine. Da allora l’Italia è molto cambiata, nel 1980 però era già possibile vedere quello che ci sarebbe stato in seguito, c’erano già tutti gli elementi seminati che poi abbiamo visto svilupparsi. Negli anni seguenti quel clima politico finisce e molti di quelli che facevano politica allora, da giovani, si sono poi trasformati con il modificarsi dei partiti e del clima culturale, con il complicarsi della situazione politica ma anche con il crescere della corruzione e del marciume.

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