#TFF39 – L’onda lunga. Incontro con Francesco Ranieri Martinotti

Il regista e gli sceneggiatori hanno presentato fuuori concorso il documentario che ripercorre la storia dell’ANAC.

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L’onda lunga – Storia straordinaria di un’associazione è un documentario realizzato da Francesco Ranieri Martinotti che ripercorre la storia dell’ANAC: l’associazione fondata nel 1952 che da sempre si batte per la tutela degli autori e il diritto di espressione.

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All’incontro sono stati presenti, oltre a Martinotti, gli sceneggiatori Alessandro Rossetti e Alessandro Trigona, il produttore Camillo Esposito e Gabriele Geruino, quest’ultimo in rappresentanza di Rai Cinema. Presente in sala anche Mimmo Calopresti, regista ed esponente di rilievo dell’associazione negli ultimi anni.

Martinotti inizia a raccontare la nascita del progetto: “Questo è il documentario sull’ANAC dell’ANAC, non solo il mio. È il frutto di un lavoro minuzioso, cominciato nei nostri archivi. Un patrimonio culturale che è stato scrupolosamente scandagliato e curato da Rossetti e Trigona. Il nostro, in realtà, non è altro che il tentativo di semplificare una storia molto complessa ma che nessuno conosce.”

La storia dell’ANAC, infatti, è caratterizzata da tappe storiche come la grande manifestazione di protesta alla Biennale del 1968 e la nascita delle giornate del Cinema Italiano, la fondazione della FERA nel 1976 e la creazione nel 2004 delle Giornate degli Autori a Venezia. “Oggi se ne potrebbe fare una serie… L’idea del documentario era trasmettere alle nuove generazioni cos’ha fatto e cosa sta facendo tutt’ora l’ANAC. Ancora oggi, con grande coerenza, combattiamo le stesse battaglie di un tempo.”

Prende poi la parola uno dei due sceneggiatori del film: Alessandro Rossetti. Il suo intervento si concentra soprattutto sulla genesi materiale del progetto che pone le sue radici in un patrimonio audiovisivo di grande rilevanza: “Vorrei sottolineare la fondamentale importanza dell’archivio ANAC, il quale è stato messo in sicurezza nel 2006 quando si decise di cambiare sede. Rischiammo di perdere tutto il materiale ma grazie al grande lavoro svolto (che non è ancora finito) abbiamo rivitalizzato e riordinato il materiale a nostra disposizione. Una volta attinto ai documenti, abbiamo poi raccolto quasi tutte le testimonianze sull’associazione e sulla storia della sua nascita.”

Il grande interrogativo che esce fuori riguarda la contemporaneità e le nuove battaglie da affrontare per difendere l’autorialità. Il percorso intrapreso dall’ANAC, sotto la guida proprio di Martinotti, guarda al futuro senza, però, venire meno alla propria identità. “Benvenuti, Ages, Scarpelli, Zavattini sono solo alcuni dei nomi a cui facciamo riferimento nella nostra scuola di sceneggiatura. Non potete chiederci di eliminarli, equivarrebbe a cancellare la nostra storia.”

È chiaro che il ruolo dell’autore corre un grande rischio all’interno di un sistema che si sta orientando verso modelli matematici che contemplano l’uso di algoritmi, picchi di stream. I protagonisti dell’incontro propongono un modello che controlli il sistema di produzione in maniera più rigorosa e che permetta di tutelare tutti, soprattutto le piccole realtà. “Inseguire un unico modello di successo all’infinito può creare una sterilità nel panorama artistico. Riteniamo che servano delle regole precise e stringenti. Ad esempio, in Francia c’è un sistema molto più organico, dove tutte le categorie hanno voce in capitolo. In Italia sembra che solo quelle più forti possano dire la loro. La nostra battaglia è la distribuzione democratica delle risorse pubbliche.”

La grande sfida nell’epoca dei servizi streaming diventa quindi evitare l’appiattimento della proposta culturale. Sfida per la quale è necessario far sentire più che mai la voce di tutti. In questo senso, l’incontro si chiude con l’annuncio del convegno “Gli autori, il cinema di oggi” all’interno della Torino film Industry. Tema centrale dell’incontro sarà proprio la figura dell’autore all’interno del sistema produttivo delle nuove piattaforme. Alla tavola rotonda parteciperanno anche autori latino-americani in collegamento da Buenos Aires e non solo. Unire le forze è il grande augurio con cui Alessandro Rossetti chiude l’incontro. “Credo che una grande lezione dell’epoca è che questi autori, invece che seguire un divisionismo figlio del particolare orientamento politico, decisero di riunirsi tutti insieme, da Pasolini a Blasetti.”

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