TORINO 21 – "Durante o fim" di Joao Trabulo (Fuori Concorso)

Eccezionale film portoghese che attraversa l'opera del giovane scultore Rui Chafes trasformandosi in viaggio interiore attraverso lo spazio (dell'anima del mondo) e il tempo indefinito degli ideali e dell'arte. Fuori dagli schemi del documentario, il film si compone di strati con la luce a fare da filo conduttore.

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Durante o fim (Durante la fine) nasce da tre anni di confronto tra il giovane regista Joao Trabulo, autore di alcuni cortometraggi che ha lavorato per Paulo Branco nella produzione di due film di Pedro Costa (No cuarto da Vanda e Où git votre sourire enfui) e lo scultore Rui Chafes, portoghese di trentasei anni già noto nell'ambiente internazionale.

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Partendo dall'atelier nel bosco, luogo/situazione che l'artista vede come unica cattedrale odierna, di cui le sue opere in ferro appoggiate agli alberi evidenziano la struttura architettonica donando alla Natura (sentita con animo Romantico) la possibilità di farsi (anche) arte, spirito che non trova posto nelle sue spietate leggi di sopravvivenza secondo Chafes, il film si trasforma in una passeggiata verso la fine del mondo (materiale).


Gli autori che lo scultore cita come fonte di ispirazione, innanzitutto i romantici tedeschi Novalis, Goethe, su tutti Kleist, fino allo scultore gotico Tilman Riemenschneider e Andrej Rubliov non rimangono parole ma entrano nel film attraverso le loro opere, che Trabulo riporta in suoni e immagini presi da altri film oppure ritrova nella sua peregrinazione intorno al mondo scolpito dal suo connazionale.


Se da Chafes Trabulo prende lo "stile" e assembla immagini dell'atelier a quelle del film di Helma Sanders Brahms su Kleist, le parole di Andrj Rubliov di Tarkowsky, poesia irlandese e body art, alla ricerca di un equilibrio "classico" dato per perso in partenza, la convinzione del giovane regista nelle capacità del cinema di captare lo spirito di un'opera d'arte attraverso la luce lo porta a riprendere (in video) le crazioni dello scultore esposte in vari posti d'Europa nonostante quest'ultimo non creda (ovvio dal suo punto di vista di chi si confronta con materiali pesanti come il ferro che salda nel buio del suo studiofficina) nella possibilità della fotografia di restituire l'essenza della materia (scolpita).


Scolpire la passeggiata verso la morte che Kleist e la sua donna scelsero nell'ottocento, la consapevolezza della caducità della materia che spinge l'artista a ricercarne e ricavarne lo spirito è quanto anima l'arte di Chafes; Trabulo sostituisce il suono al ferro l'immagine al legno (o al marmo, bronzo, pietra), la luce e il suono sono le materie che assembla fino a bloccarsi sulla tomba di Tarkowsky nel cimitero russo di Parigi. L'impianto teorico/esistenziale di partenza dei due portoghesi sembra rimandare al Brakhage di Dog Star Man, all'arrampicata sul monte seguita dalla caduta che si mostra all'occhio dell'artista; è qui, Durante o fim, che la fede di Trabulo nella capacità audiovisiva del cinema di restituirci  la "vera vita" attraverso il superamento dello spazio filmico come Chafes prova a superare quello tra Arte e Natura diventa nuova sfida estetica alla ricerca dello Spirito oltre la luce.

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