TORINO 28 – 'Spezzacatene', di Stefano Savona (italiana.doc)

spezzacatene
Storie di guerra e di fame. Di quando lo stivale era veramente diviso in due. E giù al sud si moriva  con la pancia vuota o si 'schiattava' di lavoro in campagna. Gli anni del Fascismo e del razionamento. Stefano Savona ripercorre, grazie alle testimonianze di sei tra uomini e donne nati in Sicilia prima del 1930, cosa e chi eravamo

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spezzacateneStorie di guerra e di fame. Di quando lo stivale era veramente diviso in due. E giù al sud si moriva  con la pancia vuota o si 'schiattava' di lavoro in campagna. Gli anni del Fascismo e del razionamento. Il regista palermitano Stefano Savona (Piombo fuso) ripercorre, grazie alle testimonianze di sei tra uomini e donne nati in Sicilia prima del 1930, cosa eravamo. Primi piani che scolpiscono i pixel, rughe e cicatrici che da sole riempiono l'immagine. É poi il dialetto a condire questo 'amarcord' della gente del sud. La fame è la vera protagonista. La ricerca del pane l'unico obiettivo per chi ha vissuto quel periodo storico. La guerra e i tedeschi i rischi da evitare. Il lavoro nei campi sotto lo sguardo minaccioso dei latifondisti pronti a tutto pur di tenere le rendite garantite dalla terra rubata al popolo siciliano. Primi piani e parole, campi lunghi che aprono su pezzi di Sicilia. La Storia è fatta dagli uomini e dalle donne, la natura è lì pronta ad accogliere tutti. Non le interessano i colori o le grida. Offre quello che ha da dare. Il merito di Spezzacatene  è quello di non chiudersi in un lavoro antropologico e didascalico. Le interviste scelte per tracciare questo viaggio nel passato nascondono la volontà di non essere semplicemente informative, ma di andare oltre. Aprirsi all'umanità di questi nonni e nonne, ora, ma un tempo gente del sud mandata in guerra o ad imparare a memoria come si smonta un moschetto. Dalla storia personale emerge quel flusso vitalistico che è il tutto. Memoria collettiva si dirà, e forse il valore del documentario risiede anche in questo.

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