Tutti i volti di Giovanna

Ofelia, Porzia, Liliana, Ilaria, Silvia, Giulia, Giovanna, Francesca… La carriera di Giovanna Mezzogiorno, protagonista di "La finestra di fronte", ripercorsa attraverso i nomi dei suoi personaggi cinematografici più significativi.

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OFELIA – Dopo due anni di workshop debutta nel 1995 sul palcoscenico de Les Bouffes du Nord con lo spettacolo Qui est là, la versione dell'Amleto di Peter Brook, nel ruolo di Ofelia. "Il mio cognome è un augurio e un portafortuna", ha l'onestà rara di dichiarare. Di Ofelia porta con coraggio la passione, una piccola donna nella magnificenza di quel teatro, pieno di storia, di corpi, di Ofelie. Ofelia si mette in lei, moderna donna che il compromesso non vince, restando un riferimento importante per tutto il lavoro successivo.

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PORZIA – Nel 1997 debutta al cinema con il film Il viaggio della sposa di Rubini. Porzia testarda e selvaggia nel suo maltenuto snobismo si lascia sbrogliare, con la lentezza con cui i tipici bustini seicenteschi potevano essere sbrogliati, da un rustico accompagnatore. Un pretesto questo incontro per parlarci, tema variamente caro a Rubini, dell'assurda rigidità dei ruoli. Giovanna Mezzogiorno si scioglie nel suo personaggio, come cedendo al cinema, "in qualche modo per me era davvero un viaggio iniziatico: il primo film, il primo set, il primo regista, mi immedesimavo molto in quella sensazione di sbalordimento e di stupore".

LILIANA e ILARIA e SILVIA – Nel 1998 è diretta da Placido in Del perduto amore, una donna realmente esistita Liliana Rossi, insegnante e militante comunista, morta a ventiquattro anni, una pasionaria troppo in anticipo sui tempi. Un nuovo battesimo questo della biografia, che tornerà più volte nella sua carriera, la ritroviamo infatti Ilaria Alpi, nel 2002 con Ilaria Alpi – Il più crudele dei giorni.  La responsabilità che deriva da tali ruoli è come se la rendesse più forte, nei confronti dei familiari, e del pubblico che deve imparare a sapere, una specie di bandiera da portare che la obbligano a entrare nei suoi personaggi con discrezione, lasciando che si avverta quel senso di mancanza che è necessario provare quando si racconta di un personaggio scomparso. Ritroviamo il rapporto con la morte e con chi resta, nel 1999 nel film Un uomo perbene di Zaccaro ispirato al caso Tortora, nel ruolo della figlia.

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GIULIA L'ultimo bacio nel 2001 la consacra al grande pubblico dove non si risparmia ed entra nella lotta di una donna tradita per un sogno di famiglia che parte comunque deprivato.


GIOVANNA – Anche l'omonima Giovanna di Tutta la conoscenza del mondo di Puglielli (2001) vive una tormentata storia d'amore. L'amore per l'uomo spostato altrove che mette continuamente in bilico lo slancio della donna, ritorna nelle sue interpretazioni, quasi sempre con redenzione finale, uomini deboli e donne forti, siamo sempre qui. Per Puglielli, che è un vero cineasta indipendente, per i pochi mezzi produttivi con cui realizza i suoi film e senza contributo statale, la Mezzogiorno (e Albertazzi con lei) recitano a cachet ridotto. La carriera ormai assicurata prende forza anche da questa libertà di scelta, ma bisogna renderle merito dicendo che lo ha sempre dimostrato. Vuoi per l'esperienza fondante di Parigi, il teatro che si confronta direttamente con la vita, vuoi per quel nome che da sempre la confronta con se stessa.

FRANCESCA – Nello stesso anno esce Malefemmene di Conversi, in cui è Francesca che finisce in carcere per un errore giudiziario. La trasposizione della drammatica esperienza di Gioia Scola, predilige l'aspetto intimo della lotta quotidiana delle carcerate per la propria dignità, i rapporti inevitabilmente estremi che le sbarre impediscono di mediare. Un'interpretazione di silenzi e sguardi che le hanno permesso di dimostrare la propria intensità, laddove, la spesso istrionesca cinematografia italiana non le aveva ancora lasciato respiro.


Oggi è ancora GIOVANNA, nel film di Ozpetek, La finestra di fronte, una giovane donna che si ripercorre attraverso incontri che la spostano dal suo posto fisso. Giovanna Mezzogiorno rivela di essersi molto riconosciuta in questo carattere femminile, "spesso una donna si vede attraverso gli occhi di un uomo ma la scoperta della propria individualità è fondamentale in un percorso di crescita". Fino al punto di considerare La finestra di fronte il film per lei più importante, "è stata un'esperienza difficile perché dovevo avere una interpretazione meno spinta, più rarefatta, perché ciò che accade fra i personaggi è molto sottile". Ozpetek dice di aver chiesto a Giovanna "di tenere dentro i sentimenti e di farli uscire con i suoi bellissimi occhi e le ho tolto i troppi respiri, sul set spesso lei anticipava le mie richieste, mostrando una solida intesa". Cresce il personaggio nella storia, diventare adulti vuol dire anche togliere parti di sé, far diventare più piccole alcune parti di sé. Questo ha a che fare con la storia narrata, ma anche con il lavoro di Giovanna Mezzogiorno come attrice.

 

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