"Un giorno per sbaglio", di Julian Fellowes

Il matrimonio borghese secondo Fellowes è un incubo dal quale si sfugge soltanto affogando nella menzogna o nel senso di colpa; l'orizzonte dei personaggi è chiuso al punto che, quando nel finale i coniugi si ritrovano, si ha l'impressione che il film ricominci da capo e che nulla possa mai cambiare.

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Non è stato allegro veder liquidata una vecchia gloria della TV inglese come Julian Fellowes, attore e autore di estrema versatilità e successo trentennale, come un esordiente alla regia il cui unico merito consiste nell'aver intascato l'Oscar per la sceneggiatura di Gosford Park. Evidentemente le penne più luminose d'Italia non hanno voluto credere che Separate Lies (non citiamo per senso del pudore il titolo italiano) sia scritto e diretto da un autore che non ha nulla da dimostrare. Scetticismo che purtroppo condividiamo: il film è nato vecchio, non certo per le rughe di Tom Wilkinson o per le ambientazioni campestri Old England, bensì per l'assunto di fondo: la società inglese si alimenta dell'infelicità del singolo, del suo senso di colpa, e si perpetua attraverso la menzogna. Poco da aggiungere al Losey de L'incidente o del Servo, e soprattutto alla drammaturgia inglese degli anni '50, quella in cui un omicidio casuale sollevava i tappeti dei salotti borghesi scoprendo montagne di lerciume. Il romanzo di Nigel Balchin dal quale il film è tratto, "A way through the wood", risale proprio al 1951. La trama: Tom Wilkinson, stimato professionista della City, vive in campagna con la moglie Anne (Emily Watson), che sprizza rabbia repressa e infelicità in ogni fotogramma. Rupert Everett, nobile seducente, non deve faticare molto per concupirla; il problema sorge quando un amico di famiglia muore investito da un pirata della strada. I dubbi sull'infedeltà di Anne si intrecciano presto a quelli sull'identità dell'assassino: ha così inizio una girandola di abbandoni e rimpianti, addii e rancori covati sotto la cenere…Il matrimonio borghese secondo Fellowes è un incubo dal quale si sfugge soltanto affogando nella menzogna (James) o nel senso di colpa (Anne); l'orizzonte dei personaggi è chiuso al punto che, quando nel finale i coniugi ritrovati escono insieme dal cimitero, si ha l'impressione che il film ricominci da capo. Che nulla possa mai cambiare. La gestualità cristallizzata di James trova un corrispettivo in una regia catatonica: le inquadratura sembrano ferme, congelate e isolate le une dalle altre come quadri appesi. La regia è un passo ancora da compiere, per Fellowes. Tom Wilkinson, da attore di straordinario intuito qual'è, recita come una mosca infilzata da uno spillone; Emily Watson stilla perle di nevrotica sensualità, ma è penalizzata da un ruolo al quale non sembra credere fino in fondo;  Linda Bassett, con una sola occhiata, mette tutti in riga. Forse perché, da brava proletaria tatcheriana, è l'unica a cui la menzogna non sgorghi naturalmente dal cuore.

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Titolo Originale: Separate Lies


Regia: Julian Fellowes


Interpreti: Tom Wilkinson, Emily Watson, Rupert Everett, Linda Bassett, Hermione Norris


Distribuzione: 20th Century Fox Italia


Durata: 85'


Origine: Gran Bretagna, 2005

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