"Succhiami", di Craig Moss

L’operazione di Moss non è esclusivamente rivolta all’esercito di fan della serie basata sui romanzi di Stephenie Meyer, o ai suoi detrattori, quanto piuttosto ad un pubblico occasionale. Un pubblico di passanti, o meglio di abitanti di un tempo, il nostro, che si divide tra serie TV, MMORPG, applicazioni e social network. In questo senso, Succhiami si fa specchio della cultura dominante del qui ed ora

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Craig Moss non va tanto per il sottile. Non occorre conoscere nel dettaglio gli avvenimenti narrati nella saga cinematografica di Twilight per poter essere spettatori della sua parodia. La serie di sketch (perché di questo si tratta, essendo la pellicola mancante di una qualsivoglia forma di unità) tenuti insieme da una voce narrante (alternativamente quella di Bella o di Edward) che accompagna le frequenti panoramiche di raccordo su boschi e montagne, ripropongono sì i personaggi principali della storia originale, ridotti però a incarnazione del fenomeno mediatico di cui essi stessi sono portatori.
L’operazione di Moss non è perciò esclusivamente rivolta all’esercito di fan della serie basata sui romanzi di Stephenie Meyer, o ai suoi detrattori (i quali pure devono conoscere l’oggetto della loro disistima), quanto piuttosto ad un pubblico occasionale. Un pubblico composto da quanti hanno inconsapevolmente assorbito le informazioni chiave necessarie ad inquadrare la coppia di sfortunati amanti, semplicemente esponendosi ai bombardamenti di notizie perpetrati dai media. Insomma, un pubblico di passanti, o meglio di abitanti di un tempo, il nostro, che si divide tra serie TV, MMORPG, applicazioni e social network.
In questo senso, Succhiami si fa specchio della cultura dominante del qui ed ora, in cui il cinema cede il passo alla televisione, ai suoi tempi e ai suoi scoop. Ecco quindi i giornalisti di una fantomatica troupe televisiva intrufolarsi regolarmente all’interno della pellicola a caccia delle ultime notizie sulle relazioni in corso tra i personaggi; ecco i personaggi stessi interrompere le loro faccende per andare a guardare il reality show del momento (Project Runaway condotto da Heidi Klum). Ed ecco piovere i riferimenti a Teletubbies, World of Warcraft, Twitter, Facebook e Angry Birds, così come ai blockbuster degli ultimi anni, da I pirati dei caraibi ad Avatar, fino ai successi low budget della trilogia di Paranormal Activity.
La creatura di Craig Moss non riesce però ad andare oltre, fallendo finanche nel tentativo di intrattenere uno spettatore di poche pretese e dalle scarse aspettative. L’umorismo piuttosto “spinto” e banale al quale si affida non sortisce quasi mai l’effetto desiderato, finendo ulteriormente per abbandonarsi alla ripetitività dopo la prima metà degli 80 minuti complessivi. Pochi e abbozzati i sorrisi. Tutto il resto è noia.

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Titolo originale: Breaking Wind
Regia: Craig Moss
Interpreti: Heather Ann Davis, Eric Callero, Frank Pacheco, Peter Gilroy, Alice Rietveld, Jessica Kinsella, Taylor M. Graham, Eric Tiede, Danny Trejo
Origine: USA 2011
Distribuzione: Moviemax
Durata: 80’

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