"Disperato aprile" di Walter Salles

"Abril Despèdacado" sorprende e rilancia luce su un cineasta già "troppo" premiato, con il precedente "Central do Brazil" che ci aveva lasciati perplessi per l'ostentata esibizione di materiale sociale, qui sostituito da materiale umano e corporeo

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Avete mai sognato di essere vivi? O di essere un bambino che corre corre, oppure vola, o semplicemente racconta lungo una strada, con la luna piena e la pioggia battente, la favola del bimbo e dei pesci….già i pesci. Salles chiude con un bambino che racconta una favola sui pesci, e con il giovane protagonista che arriva finalmente, come Matt Dillon in "Rumble Fish", a vedere l'oceano.
Il cinema e gli elementi. Salles nella sua messa in scena del rito funebre della vendetta, muove i corpi dei protagonisti lungo traiettorie del dolore, ma anche della scoperta della violenza (meravigliosa la lunga sequenza dell'uccisione tra i campi) e, alla fine, dell'amore. Ma lo fa permettendosi il lusso di far raccontare il tutto a un "quasi morto", sguardo ancora umano ma quasi dall'al di là, anima in via di sparizione che offre un punto di vista inedito e inquietante. E i corpi dei ragazzi sono avvolti dal sangue, dalla terra, dallo zucchero lavorato, dal sudore e dal sole, dal vento che quando arriva solleva polveri e delitti, fino alla pioggia che porta alla parziale cecità dell'assassino (tema quasi ridondante del film), fino al tragico e determinato errore finale. Film insomma polveroso e materico, che ti trasporta in un universo sconosciuto apparentemente, apertissimo ma invece terribilmente claustrofobico, "Abril Despèdacado" sorprende e rilancia luce su un cineasta già "troppo" premiato, con il precedente "Central do Brazil" che ci aveva lasciati perplessi per l'ostentata esibizione di materiale sociale, qui sostituito da materiale umano e corporeo
Titolo originale: April Despedaçado
Regia: Walter Salles
Sceneggiatura: Walter Salles, Sergio Machado, Karim dal romanzo "Aprile" di Ismail Kadaré
Fotografia: Walter Carvalho
Montaggio: Isabelle Rathery
Musica: Antonio Pinto
Scenografia: Cassio Amarante
Costumi: Cao Albuquerque
Interpreti: Rodrigo Santoro (Tonho), José Dumont (padre di Tonho), Ravi Lacerda (Pacù), Rita Assemany (madre di Tonho), Flavia Marco Antonio (Clara), Luiz Carlos Vasconcelos (Salustiano)
Produzione: Arthur Cohn per Arthur Cohn Productions/Video Filmes/Haut & Court/Bac Films/Danvalley Film
Distribuzione: Buena Vista
Durata: 106'
Origine: Brasile/Svizzera/Francia, 2001

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