#Venezia72 – L’arte come canto d’amore. Xavier Giannoli presenta Marguerite

Xavier Giannoli e Catherine Frot presentano alla stampa Marguerite, commedia in costume su una folle donna senza talento che cerca di diventare cantante lirica

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Due anni dopo Superstar Xavier Giannoli torna in concorso a Venezia con Marguerite, una nuova riflessione sulla musica e sullo spettacolo ambientata negli anni Venti del 1900. Giannoli si è ispirato alla storia reale di una stonata cantante americana Florence Jenkins, cambiandole nome e trasportandola in Francia nel periodo delle avanguardie. “Volevo raccontare la storia di una donna che pur essendo ricca, vive nell’innocenza e nell’amore dell’arte e della bellezza. Marguerite non è interessata al successo ma alla condivisione con un pubblico e con l’uomo della sua vita della passione per la musica. Attraverso di essa la protagonista riesce ad aprire il suo cuore. Il mio film da questo punto di vista voleva essere soprattutto un canto d’amore”.

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Marguerite è continuamente giocato sul contrasto tra illusione e realtà. La protagonista canta malissimo ma nessuno ha il coraggio di farglielo notare e quindi continua ad andare incontro alla derisione del pubblico. “Il film ha venature comiche e allo stesso tempo drammatiche, fa ridere ma in alcuni momenti mette in imbarazzo e io volevo oscillare continuamente tra tanti registri diversi con molta libertà, senza proibirmi nulla”.

In sala stampa erano presenti anche i due attori protagonisti: Catherine Frot nel ruolo di Marguerite e André Marcon in quello del marito. “Questo film mi ha donato un nuovo rapporto con la musica”, ha detto l’attrice. “Mi sono avvicinata al personaggio pensando insieme al regista che nonostante le mie ddifficoltà con le arie e alcuni brani musicali, sarei riuscita a interpretare una cantante stonata e quindi abbiamo lavorato su quello. Anche le foto in bianco e nero del personaggio mi hanno aiutato molto, mi hanno trasportato nell’anima e nel mondo di Marguerite in modo piuttosto misterioso e musicale”. Dal canto suo Marcon ha spiegato i motivi per cui si è interessato al suo personaggio, che nella seconda parte acquista un ruolo sempre più centrale e compie un percorso molto interessante: “Alla fine del film il marito si innamora nuovamente della moglie. La folle passione per la musica della donna lo riavvicina e questo cambiamento lo rendeva un personaggio molto originale ai miei occhi”.

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