#Berlinale2016 – I Coen e gli anni ’50 di Hollywood in Hail, Caesar!

Presentato oggi alla Berlinale fuori concorso il film di apertura dei due cineasti statunitensi. E l’incontro è stato ravvivato da un battibbecco tra George Clooney e una giornalista tedesca

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Dopo essere stati Presidenti di Giuria all’ultimo Festival di Cannes, i fratelli Coen aprono fuori concorso la Berlinale presentando il loro nuovo film, Hail, Caesar!, ritratto della Hollywood all’inizio degli anni ’50 dove un fixer, interpretato da Josh Brolin, deve cercare di nascondere gli scandali dellr star.

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Oltre ai due cineasti, all’incontro di oggi pomeriggio c’è stato gran parte del cast: George Clooney, Josh Brolin, Channing Tatum, Tilda Swinton e il giovane Alden Ehrenreich nei panni della star western Hobie Doyle.

channing tatum in hail, caesar!Nel clima divertito si accende però Clooney. Una giornalista tedesca insiste sul fatto che gli artisti devono prendere posizione sulla questione dei rifugiati. Lui prima sottolinea: “Inconterò Angela Merkel per capire i messaggi che le persone di spettacolo possono veicolare e parleremo anche del problema dei rifugiati”. Ma dopo l’nsistenza della donna lui replica: “Scusi, lei cosa sta facendo per risolvere il problema? Non la Germania, lei personalmente”. Interviene sull’argomento anche Ethan Coen dicendo che “il film che ha vinto a Cannes, Dheepan, ha affrontato l’argomento creando anche un dibattito. Ma trovo anche assurdo che gli artisti ogni volta debbano per forza dire qualcosa”.

Sull’impegno politico del cinema, Clooney aggiunge: “Mi piacerebbe fare un film come Syriana ma non abbiamo trovato il soggetto adatto”.

Parlando più direttamente di Hail, Caesar!, che uscirà in Italia il prossimo 10 marzo, Ethan Coen fa notare che “i personaggi non sono modellati sullo star-system degli anni ´50 ma abbiamo pensato subito a una figura come Eddie Lennox per mostrare il cinema di quel periodo”. E rifugge quindi anche da un presuinto sentimento di nostalgia: “Non abbiamo vissuto quell’epoca quindi non si può parlare di nostalgia. Più che altro, si tratta di una versione un po’ romanzata di come veniva fatto il cinema negli anni ’50. Ecco, magari c´è ammirazione per quel periodo della storia del cinema”. È stato tirato in ballo Barton Fink ma Joel Coen ha subito voluto differenziare i due film:Barton Fink e Hail, Caesar! non sono legati se non in maniera superficiale”.

george clooney in hail, caesar!Joel Coen parla anche della collaborazione con il direttore della fotografia Roger Deakins: “Abbiamo fatto almeno una decina di film con Roger, ormai ho perso il conto. Tra noi non c’è più bisogno di parlare tanto perché ci capiamo al volo e ognuno sa come lavora e si muove l’altro”. E a proposito di sinergie, per Clooney questo è il quarto film con i Coen dopo Fratello, dove sei?, Prima ti sposo poi ti rovino e Burn After Reading: “Si, ormai mi dicono: ‘abbiamo questo ruolo e abbiamo pensato a te'”. Poi, su uno strano raffronto tra i due cineasti e Tarantino, si mette a scherzare: “I Coen sono due e Tarantino uno solo”.

Si parla anche di doppiaggio e su come i loro film possono cambiare all’estero: “Forse più che questo film – dice Ethan – ce ne sono stati altri fatti da noi che si basavano molto sul dialogo, quindi potevano essere più difficili da tradurre o sottotitolare”. E Joel aggiunge: “Il limite del doppiaggio è quello di non poter sentire le voci degli attori”.

Josh Brolin è stato molto contento di interpretare il ruolo del fixer Eddie Mannix: “Mi è piaciuto molto fare questo ruolo perché è stato costruito un personaggio che funziona. Poi per me è stato davvero un piacere prendere a schiaffi George. Penso che era la cosa che molte persone volevano fare”.

Si chiude infine su un raffronto tra il maccartismo e Donald Trump. Per Joel Coen “sono entrambi bizzarri e inquietanti”.

 

 

 

 

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