DVD – Velocità massima, di Daniele Vicari

CORSE D’AUTO E AMORI DI PERIFERIA IN UN FILM PRODOTTO DA DOMENICO PROCACCI

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Al di là dei giudizi sul film, che possono essere diversi, va comunque riconosciuto a Velocità massima il fatto di essere un tentativo, forse ambizioso, di collocare il cinema italiano lungo delle traiettorie un po’ lontane da quelle che attualmente sono le sue principali “derive”, ovvero la commedia e il cinema “d’autore”. Sicuramente influenzato dall’essere una produzione di Domenico Procacci, il film diretto da Daniele Vicari non annaspa nei territori della commedia (pur avendo Mastandrea, che ormai sembra più interessato al cinema d’azione, vedasi la sua presenza nel thriller francese Nido di vespe), né sguazza dentro i mille sottoprodotti del “cinema finanziato” (e non visto) all’italiana, e si immerge invece in una storia che si innesta in un realismo metropolitano oggi assai poco scontato nel nostro cinema.

Il DVD permette di capire meglio la genesi di Velocità massima, anche perché ci restituisce integralmente un documentario girato a quattro mani, da Vicari e da Guido Chiesa (il regista de Il partigiano Johnny) Sesso marmitte e videogame (persino più interessante del film…) che indagava proprio sul sottomondo giovanile della periferia romana, tra corse e macchine d’alta cilindrata, gruppo realmente operante sul territorio e che amava incontrarsi e gareggiare nelle notti sulla Cristoforo Colombo, celebre arteria romana che dall’E.U.R. conduce fino ad Ostia. Ed e‘ proprio questa periferia, tra il litorale e il quartiere dell’Esposizione fascista del ‘42 che si dipana la storia del film, costruito sull’amicizia che s’instaura tra Stefano, un giovane meccanico (Valerio Mastandrea), che a fatica cerca di tirar su un’attività onesta, e Claudio (Cristiano Morroni), un brillante ragazzetto in perenne conflitto con il padre,  piccolo mago dei motori. Certo Vicari non è Rob Cohen, e Procacci non ha certo a disposizione i budget miliardari hollywoodiani di Fast and Furious, pertanto le corse e gli inseguimenti lungo le strade notturne della capitale non “segnano” il film come dovrebbero e curiosamente (anche se il regista sembra esserne consapevole, almeno a sentire alcune sue dichiarazioni nel backstage del film nel DVD) Velocità massima appare spesso un film piuttosto giocato sulla lentezza, sul ripetersi di gesti e situazioni quotidiane (le auto da riparare, le passeggiate di Claudio e Giovanna, i ripetuti pellegrinaggi in banca di Stefano per coprire gli assegni a vuoto, ecc…). Insomma mentre da un lato l’impeto giovanile esplode in gare adrenaliniche (ahimè! non restituite cinematograficamente in maniera che quest’emozione si comunichi allo spettatore) dall’altro il film ricostruisce con attenzione meticolosa la storia di un rapporto a tre, con la ragazza, Giovanna, terzo incomodo e elemento disturbante dell’amicizia “virile” maschile tra Stefano e Claudio.

Alla fine Velocità massima è un film controverso, per certi versi non riuscito ma allo stesso tempo sincero e persino coraggioso, e al botteghino, anche grazie alla distribuzione Medusa la cosa sembra aver funzionato.
Quanto al DVD è di quelli da film di primo piano, con il documentario di cui accennavamo in precedenza, un backstage, uno speciale che racconta tutto il lavoro che sta dietro alla ricostruzione sonora del film (la voce dei motori!) e poi spot, trailer, fotografie e cast. Insomma un DVD sicuramente superiore alla media (italiana).

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