Shaun, vita da pecora – Il film, di Mark Burton e Richard Starzak

shaun, vita da pecoraIl risultato è una felice combinazione di avventura, azione e sentimenti, in cui la mancanza di parola diventa un linguaggio universale in grado di veicolare temi e messaggi su diversi livelli e di intrattenere, quindi, un pubblico variegato. Il tutto raccontato nel classico stile aardmaniano, attraverso una comicità ingegnosa e a tratti surreale ricca di riferimenti alla cultura popolare e cinematografica

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

La vita alla fattoria trascorre monotona. Per questo Shaun organizza un piano per prendersi un giorno di svago: con l’aiuto del gregge addormenta l’allevatore e lo chiude in una roulotte che, accidentalmente, scivola giù lungo la strada in direzione della Grande Città. Preoccupate per l’accaduto, le pecore vanno alla ricerca del loro padrone che, nel frattempo, ha perso la memoria ed è stato ricoverato in ospedale. Ma non hanno fatto i conti con il perfido Trumper, un accalappiatore che tenterà con ogni mezzo di catturare l’allegra combriccola di animali.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Dopo Wallace e Gromit, storici personaggi della Aardman Animation, anche per Shaun è arrivato il momento del debutto cinematografico. Nato dalla matita di Nick Park nel lontano 1995, il tenero e intraprendente ovino ha riscosso in breve tempo un grande successo fino a ottenere una serie propria, in onda dal 2007. Il passaggio dalla televisione al grande schermo presentava tuttavia un rischio, non tanto per lo sviluppo di una storia necessariamente più complessa rispetto ai singoli episodi (della durata di circa sette minuti l’uno), quanto per un discorso di fedeltà allo spirito originale del cartone, caratterizzato dall’assenza di dialoghi. Il risultato è una felice combinazione di avventura, azione e  sentimenti, in cui la mancanza di parola (si sentono solo suoni diegetici come rumori, borbottii e belati) diventa un linguaggio universale in grado di veicolare temi e messaggi su diversi livelli e di intrattenere, quindi, un pubblico variegato: si parla dell’importanza della famiglia (il filmino in super 8 che scorre all’inizio), del rapporto di affetto reciproco che lega l’uomo ai suoi animali, dell’opposizione tra la caotica città e la placida campagna, fino a un toccante discorso sul randagismo che riguarda il nuovo personaggio della cagnolina Slip. Il tutto raccontato nel classico stile aardmaniano, attraverso una comicità ingegnosa e a tratti surreale (impossibile non citare la scena del ristorante o la scatenata corsa a cavallo) ricca di riferimenti alla cultura popolare e cinematografica.

Ma il vero punto di forza di Shaun è indubbiamente l’animazione. In tempi di computer grafica e di animazione 3D, dove alla perfezione dei disegni corrisponde una “plasticosità” delle figure, vedere dei pupazzi in plastilina prendere vita e muoversi grazie alla tecnica della stop-motion (la stessa usata per realizzare Galline in fuga e Wallace & Gromit – La maledizione del coniglio mannaro) permette di apprezzare ancora di più quel carattere artigianale, e in fondo un po’ nostalgico, che dona al film un aspetto genuino e accattivante.

Titolo originale: Shaun the Sheep Movie
Regia: Mark Burton, Richard Starzak
Origine: Regno Unito, Francia 2015
Distribuzione: Koch Media
Durata: 85’

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array