1/7/2008 – Disertare i festival italiani

L'appello del movimento 100Autori

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Questo il testo del comunicato diffuso dal movimento 100Autori in merito alle misure governative in materia di cinema.

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Disertiamo I Festival Italiani

 

In America ci sono oltre 200 misure di incentivazione fiscale per il cinema a livello nazionale e regionale. Nel resto d'Europa tutti i paesi, anche i più piccoli, hanno forti meccanismi di tax shelter e tax credit per aiutare il cinema, oltre ai fondi statali e regionali di finanziamento per il cinema. Il motivo per cui tutti i paesi avanzati utilizzano questi incentivi è che si tratta di misure liberiste che non pesano sulle finanze pubbliche, ma che al contrario generano ricchezza in tutto il mercato e aprono a nuovi investitori aumentando le risorse disponibili per produrre film.

In Italia, dopo anni, il cinema italiano era riuscito a ottenere queste misure dal precedente governo, misure che lo mettevano alla pari con gli altri paesi e lasciavano sperare in un rilancio e in una crescita artistica e industriale. Ora invece siamo al paradosso: un governo liberista, che dice di voler aiutare l'imprenditoria del nostro paese, cancella le norme a favore del cinema italiano, lasciando solo quelle che aiutano il cinema USA e le ristrutturazioni delle sale cinematografiche. Visto che si produrranno sempre meno film italiani, ci chiediamo perché rinnovare le sale a spese dei contribuenti. Per migliorare ulteriormente la visibilità dei film hollywoodiani?

La verità è che non c'è nulla di tecnico, nulla di economico in questa decisione. Infatti tutti gli studi economici anche a livello internazionale indicano che queste misure generano un 'ritorno di cassa' superiore a quanto lo stato perde in tasse. Semplicemente, tax credit e tax shelter generano lavoro, generano cultura, moltiplicano i film e le occasioni per rappresentare il nostro paese – ma soprattutto producono libertà culturale. È proprio questa libertà che il governo Berlusconi, liberista a parole, vuole sopprimere. In campo culturale le misure liberiste preferisce applicarle solo ai film hollywoodiani. I 'nostri' film è meglio non farli. Potrebbero, come hanno fatto anche recentemente con riconoscimenti e successo nazionale e internazionale, rappresentare un paese che la televisione ha smesso di raccontare. Meglio, molto meglio che tutti coloro che fanno il cinema, sempre più stretti tra duopolio Rai e Mediaset, monopolio Sky e le grandi distribuzioni americane, rimangano nella condizione di questuanti della politica.

I 100 Autori chiedono pertanto le immediate dimissioni del ministro Bondi, il quale pur essendosi impegnato a difendere questi incentivi con dichiarazioni alte e ispirate sul ruolo della cultura e della bellezza, alla fine ha ceduto alle istanze del governo. Un governo che inizia la sua azione mostrando di non avere una visione per il futuro e di non credere al ruolo del cinema nel rilancio del nostro paese.

I 100 Autori, d'accordo con le associazioni dei produttori italiani ANICA e API, invitano autori, registi, produttori, attori, al boicottaggio di tutti i festival italiani, rifiutandosi di partecipare a giurie, concorsi e premi. Non festeggiamo il cinema, mentre il governo fa di tutto per affondarlo.

 

 

i 100Autori

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