15/9/2008 – E' morto David Foster Wallace

Lo scrittore è stato trovato impiccato nella sua casa in California

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Un’ironia arguta, una lucida capacità di analisi e l’esplorazione dei più minuti dettagli del quotidiano. Erano questi i segni dello stile inconfondibile di David Foster Wallace, autore di culto della letteratura americana contemporanea suicidatosi nella sua casa californiana. Foster Wallace, nato a Ithaca nel 1962, aveva deciso molto presto di dedicarsi a tempo pieno alla narrativa: La scopa del sistema, da lui stesso definito “un romanzo di formazione di un giovane wasp ossessionato dalla filosofia di Wittgenstein e Derrida”, apparve nel 1987 e ricevette dalla critica un’accoglienza entusiastica. Il successo dell’opera d’esordio si ripetè con Il rap spiegato ai bianchi, un saggio composto a quattro mani con Mark Costello, e con la raccolta di racconti La ragazza dai capelli strani (1989) che lo lanciò come il vero erede dei padri della sperimentazione postmoderna statunitense grazie a una sorprendente capacità di mescolare materiali e di intrecciare i generi. “Il mio modo di scrivere è quasi sempre argomentativo perché segue il mio carattere, il mio modo di essere. So che ogni aspetto dell’esistenza ha molti volti e io cerco di rendere conto di ognuno. Ne risulta una certa confusione, che mi auguro interessante”, disse in un’intervista.

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A consacrare definitivamente la fama su scala planetaria di questo ragazzo imponente sul piano fisico, con i capelli lunghi legati con una bandana, fu nel 1996 uno sterminato romanzo dal titolo misterioso (Infinite Jest, ovvero “Scherzo infinito”) nel quale offriva il minuzioso resoconto di quanto accade in un’America del futuro dove il potere è nelle mani di un gruppo di pazzi con tendenze criminali, “una terra che diventa una sintesi da incubo tra Disneyworld e gli inferni di Bosch”, osservò uno dei recensori. Il libro, che in originale è lungo 1200 pagine (di cui circa cento di note), diventate 1400 nella traduzione italiana uscita da Fandango, fa entrare Wallace nel Gotha della narrativa di lingua inglese di fine millennio.

Estraneo alla mondanità letteraria (ma senza gli eccessi da “invisibile” alla maniera di Salinger o di Pynchon), David Foster Wallace ha vissuto a lungo a Bloomington, città dell’Illinois dove ha insegnato nel locale ateneo. Di recente si era trasferito a Pomona, nei pressi di Los Angeles, scegliendo la tranquillità garantita da una cattedra in una piccola (e quasi sconosciuta) università di provincia. Nel 1999 è apparso Brevi interviste con uomini schifosi, il secondo volume di racconti (qui i dettagli sul film che per la prima volta porta sul grande schermo la scrittura di Wallace), e nel 2004 Oblio, terza raccolta di storie con protagonisti personaggi eccentrici, spesso innamorati della filosofia e della matematica, persi in privati universi fantastici e assolutamente incapaci di scendere a patti con la realtà.

I saggi di Foster Wallace, spesso usciti su piccole riviste indipendenti, sono raccolti nel volume Considera l’aragosta (2005) e offrono il graffiante ritratto di un’America profonda e sconosciuta ai media, confermandone le doti di pittore dell’ipermoderno e della cultura pop. La cerimonia per la consegna degli Oscar del porno gli permette così di ragionare sui misteri della libido, un festival organizzato nel Maine per promuovere il consumo di crostacei lo spinge a riflettere sul dolore, un viaggio al seguito di un candidato alle primarie presidenziali del 2000 gli suggerisce considerazioni sull’influenza dei media sul dibattito politico. Foster Wallace si sofferma su vicende ordinarie accentuandone le caratteristiche surreali, mentre gli elementi di follia presenti negli uomini e nelle donne di cui si occupa vengono ritenuti indizi di un disagio di portata più generale. Sotto questo profilo il saggio migliore è quello in cui racconta la mattina dell’11 settembre 2001 in una città dell’Indiana: mentre le Torri crollano, gli uomini e le donne del Midwest cercano di sfuggire all’orrore mostrato dalle tv precipitandosi a tosare l’erba dei loro giardini. Un gesto istintivo, commenta Foster Wallace, compiuto per proteggere un piccolo mondo antico che gli effetti degli attentati distruggeranno in fretta. Definito dall’amico e collega Jonathan Franzen, “l’erede contemporaneo della tradizione comica di lingua inglese che ha avuto inizio con Swift e Sterne”, Foster Wallace è stato proposto in Italia da Einaudi, Fandango e Minimum Fax. (fonte: ilmessaggero.it)

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