16/3/2006 – Giovani, documentari e di qualità

Questa la missione dell'Istituto Luce

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"Sono convinto che in Italia esistano moltissimi Muccino, ma hanno poche possibilità per dimostrare il proprio talento, mi piacerebbe poter offrire qualche occasione in più". A dichiararlo, sul Giornale dello Spettacolo, è il neo presidente dell'Istituto Luce, Flavio De Luca, subentrato ad Andrea Piersanti. Oltre ad aiutare i giovani autori, il Luce punterà sempre più sul settore del documentario. "Personalmente – afferma De Luca – credo che lo sterminato archivio del Luce possa essere sfruttato anche commercialmente in materia maggiore e mi impegnerò per approfondire collaborazioni sia con le reti generaliste, Rai e Mediaset, sia con i canali satellitari specializzati".

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Dei tagli operati dal governo al Fondo unico per lo Spettacolo, il presidente del Luce dice che: "non bisogna piangersi addosso; la cultura e il cinema non sono stati gli unici settori penalizzati da una diminuzione di risorse: in una situazione di recessione, tutte le attività dello Stato hanno subito dei tagli, bisogna sapersi attrezzare". Sull'eventualità di snellire gli attuali organi direttivi del Gruppo cinematografico pubblico, affidando una serie di attività alla responsabilità di amministratori unici per contenere i costi, De Luca ritiene che questa non sarebbe la strada giusta: "l'impegno che verrebbe richiesto ad un amministratore unico sarebbe molto gravoso e finirebbe per costare più di un consiglio di amministrazione. Inoltre, la presenza di un Cda è garanzia di maggiore pluralità culturale. D'altronde, Cinecittà Holding è qualcosa di più di una semplice holding; infatti non si limita alla gestione finanziaria, ma è anche una società operativa. La verità è che il Gruppo cinematografico pubblico è un ibrido con proprie peculiari caratteristiche difficilmente assimilabili ad altri settori".


A proposito della missione del Gruppo pubblico, se cioè debba essere indirizzata esclusivamente all'aspetto culturale o anche alle esigenze di economicità, De Luca sostiene che "quando le sovvenzioni pubbliche non sono in grado di coprire tutte le esigenze di cassa di una società, obbligata per statuto a produrre ed investire, diventa inevitabile agire anche sul mercato. Il che non significa affatto tradire la missione culturale, ma semplicemente realizzare dei prodotti di qualità, in grado di essere apprezzati anche dal mercato".


Infine, sul futuro del Gruppo pubblico nell'esercizio cinematografico, il presidente del Luce ritiene che "per ciò che riguarda il circuito Mediaport, la responsabilità dipende direttamente da Cinecittà Holding. L'impressione è che sia emersa una volontà a liquidare Mediaport. Per ciò che riguarda il Luce, ritengo, invece, utile mantenere una partecipazione in Circuito Cinema, un pool di sale specializzate nel cinema di qualità, che è esattamente quello distribuito da noi".

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