Torino, 11 gennaio 2007
Cari amici,
La questione è molto semplice. Da almeno sei mesi la coppia Alberto Barbera-Stefano Della Casa aveva elaborato un piano di ristrutturazione del Torino Film Festival all'insaputa dell'Associazione Cinema Giovani (di cui fanno parte: Barbera era anche membro del consiglio direttivo!) e appoggiandosi ai politici (come ha rivelato l'assessore alla Cultura Fiorenzo Alfieri nella riunione della Commissione cultura del Comune  che si è tenuta l'altro ieri). L'Associazione non poteva certo accettare una imposizione del genere: di qui è nata la lotta per l'indipendenza da me condotta da metà novembre, che si è momentaneamente conclusa con il ristabilimento delle regole del gioco, grazie all'intervento del sindaco Chiamparino, e, si spera, la rinnovata collaborazione fra l'Associazione e il Museo del Cinema. I tentativi di coinvolgere Moretti, illudendolo che si trattasse del medesimo festival (il TFF) che lui ha sempre apprezzato, sono miseramente falliti. Di qui l'astio nei miei confronti e il tentativo di delegittimarmi (ma l'Associazione a stragrande maggioranza mi ha confermato la fiducia). Ora veniamo all'appello, lanciato dalla prof. Anna Chiarloni, illustre germanista, e sottoscritto finora da quasi 200 persone. Il testo riflette la realtà: se c'è qualche imprecisione, essa è dovuta al fatto che la Chiarloni non conosceva nei dettagli la vicenda, che invece è esattamente espressa nella sostanza dei fatti.
E ora veniamo ai rilievi di Barbera:
1. Il suo piano, avallato dai politici, prevede, nella sua genericità, una vera e propria "revisione della struttura del festival", che tiene poco conto del grande successo ottenuto dalla gestione quadriennale di Giulia D'Agnolo Vallan e Roberto Turigliatto e configura un festival troppo succubo dell'immagine mediatica (cara ai politici), nell'ottica di una  inutile concorrenza con la Festa di Roma.
2. La nomina di Moretti alla direzione di un non meglio precisato "festival torinese" è la prova che si voleva "ingannare" Moretti, il quale avrebbe certamente accettato di dirigere il Torino Film Festival, chiedendo anche a Roberto e Giulia di collaborare, ma non certo un festival che di fatto si poneva contro il TFF: di qui il rifiuto di Roberto e Giulia, legati, anche come soci dell'Associazione, al TFF.
3. La convenzione col Museo prevede che il direttore sia nominato d'accordo fra i due enti (l'appello parla infatti delle "Associazioni organizzatrici", intendendo ovviamente l'Associazione e il Museo). Io mi ero limitato a dire, a titolo personale, che speravo nella riconferma dei due direttori uscenti, che avevano ottimamente operato, e che avrei proposto al Museo tale nomina (che non è stata nemmeno presa in considerazione, per il precipitare degli eventi).
4. Non so se Moretti ha avuto la "consapevolezza di essere stato strumentalizzato". Certamente si è reso conto che non gli avevano detto tutta la verità e che si sarebbe trovato contro l'Associazione Cinema Giovani.
5. Il pistolotto finale che inneggia alla correttezza dei politici locali, Barbera poteva risparmiarselo. E' una conferma del suo atteggiamento di sottomissione al potere.

Un caro saluto,
Gianni Rondolino