25/11/2005 – I registi italiani e il film sul cellulare

Ecco alcune opinioni…

--------------------------------------------------------------
INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER LA SCENEGGIATURA, CORSO ONLINE DAL 28 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

"L'idea di vedere i film sui telefonini è solo una mania che non ha nulla a che vedere con il cinema. Io vado a vedere i film in sala per condividere un'emozione con il resto del pubblico. Senza quest'ultimo manca il rito del cinema". A dichiararlo al Giornale dello Spettacolo è Michele Placido, intervistato insieme ad altri registi italiani sulla possibilità che i film circolino anche attraverso gli schermi dei cellulari.

--------------------------------------------------------------
OPEN DAY SCUOLA SENTIERI SELVAGGI, IN PRESENZA/ONLINE IL 7 GIUGNO!

--------------------------------------------------------------

D'accordo con Placido è Enzo Monteleone: "tv e cellulari dominano la vita subculturale italiana. Il cinema sarebbe solo un altro momento di business del telefonino: un film di Fellini diventerebbe un gadget come una suoneria o uno sfondo buffo. Credo che qualsiasi scelta industriale dovrebbe tutelare la centralità economica e culturale della sala cinematografica". Per Daniele Vicari "ci sono alcuni film che si vedono male in sale piccole, figurarsi su Dvd o sul cellulare. Finirà come è finito il famoso dibattito sulla lettura dei libri al computer. Ce ne dimenticheremo presto". D'accordo sull'importanza della sala è Guido Chiesa: "il modo migliore per vedere un film è la sala cinematografica, non è una questione etica o sociale, ma percettiva: è più stimolante, divertente ed emozionante. La visione nei cinema non scomparirà mai, soprattutto se le sale continueranno su questo percorso di innovazione tecnologica". Anche per Ferzan Ozpetek i film vanno visti in sala o al massimo in Dvd nel caso di vecchie pellicole, ma sarebbe disposto ad accettare i cellulari e il taglio delle window, l'intervallo di sfruttamento tra i diversi veicoli di distribuzione del film, se ciò servisse a lottare contro la pirateria: "qualsiasi soluzione, purché legale, è preferibile allo stato di cose attuali". Ozpetek si dice profondamente offeso dalla pirateria, al punto da avere ideato uno spot: "secondo me bisognerebbe dire che comprare un film pirata porta jella. Sarebbe una pubblicità davvero efficace che in Italia potrebbe avere molta presa". Per David Grieco il taglio delle window è l'unica strada per battere la pirateria e "il cellulare può essere incluso in tutto questo, ma non credo che sia un canale di sfruttamento sensato o utile. Può diventare uno strumento promozionale, ma vedere i film sul telefonino è un sistema improbabile". Radicale la posizione di Alessandro D'Alatri: "i film devono essere visibili contemporaneamente in tutti i canali di sfruttamento. Per battere la pirateria e fare vero marketing. Oggi la gente che lavora ha meno tempo di andare al cinema. Bisogna dare possibilità di scelta. Non sarà questo processo ad ammazzare la sala. Il cinema ha semmai altri nemici, come la rigidità degli orari e il prezzo del biglietto".

----------------------------
SCUOLA DI CINEMA TRIENNALE: SCARICA LA GUIDA COMPLETA!

----------------------------
--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative