BFM40 – Ugo Nespolo: L’artista vero è un dilettante eclettico

Al Bergamo Film Meeting nella sezione “Incontri: Cinema e Arte contemporanea” arriva l’opera dell’artista Ugo Nespolo. La proiezione dei suoi film sperimentali ha anticipato un interessante incontro

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La sezione dedicata agli eventi speciali del Bergamo Film Meeting vede come protagonista, ancora una volta, la collaborazione con il The Blank Contemporary Art. Il sodalizio tra le due realtà bergamasche ha permesso di presentare in una sala del festival l’opera di Ugo Nespolo, alla presenza dell’artista.

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Nespolo rappresenta uno dei principali esponenti italiano dell’incontro tra arte contemporanea e cinema sperimentale, sviluppatosi verso la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta. In particolare, durante i bienni 1966-1967 e 1968-1969 il fermento culturale giovanile incontra definitivamente gli influssi creativi provenienti dalla Pop Art americana. Artisti del calibro di Andy Warhol, Yoko Ono, Jonas Mekas e P. Adams Sitney contribuiscono alla formazione del cosiddetto “New American Cinema”.

L’incontro con Sitney e Warhol (a quest’ultimo, Nespolo dedicherà il film Shades on the couch) spinge Nespolo, una volta tornato in Italia, a sviluppare una propria produzione filmografica, chiamando in causa amici e colleghi artisti appartenenti al mondo dell’arte contemporanea come Lucio Fontana, Enrico Baj e Michelangelo Pistoletto. Alcune delle pellicole proiettate durante l’incontro con Nespolo provengono proprio dalla seconda metà degli anni Sessanta.

La galante avventura del cavaliere senza volto, ad esempio. Nespolo realizza un frenetico montaggio di immagini che mostrano amici e amiche di Nespolo (tra cui Fontana e Baj) intenti a sventolare tricolori sgualciti e a ripetere l’azione del vestirsi (e svestirsi) con abiti da ufficiali, inscenando nel giardino di casa un ridicolo e assurdo Risorgimento. La successione frenetica delle sequenze si ripresenta anche ne Le gote in fiamme, ma soprattutto in Buongiorno Michelangelo, omaggio all’amico Michelangelo Pistoletto. Il film documenta la performance di Pistoletto mentre si muove per le strade di Torino, spostando un’enorme palla di carta. In questo caso, il montaggio raggiunge i livelli frenetici delle precedenti pellicole verso la fine del film, in concomitanza con un cambiamento nelle reazioni delle persone per strada alla presenza della palla, dapprima inesistenti, per poi diventare sempre più interessate, fino a sfociare in una violenza che si compie attraverso calci e tentativi di salire sopra la palla.

Il binomio tra arte e vita assume un ruolo centrale nella prima fase di produzione artistica di Nespolo, influenzato soprattutto dalle correnti legate al Surrealismo e Dadaismo (Il suo film Le porte girevoli nasce da un’idea di Man Ray) ma anche, andando più indietro nel tempo, dal Manifesto per la Ricostruzione Futurista dell’Universo (1915).

In questo senso, Nespolo sviluppa un forte interesse per il design, l’arte applicata ma soprattutto per la sperimentazione creativa nella grafica pubblicitaria o nell’illustrazione. Nel 2010, infatti, realizza un Collage per i 150 anni di pubblicità della Campari, partendo dai disegni di Depero o le grafiche di Munari per arrivare fino agli spot più recenti con protagoniste Salma Hayek e Jessica Alba.

Le opere visive create da Nespolo sono accomunate dal desiderio di creare un binomio tra arte e vita (ricalcando lo spirito innovativo del Futurismo) attraverso l’accostamento di immagini e sonoro, con musiche a volte ispiratrici del flusso d’immagini, a volte semplicemente giustapposte alla proiezione. Il cinema è sicuramente il mezzo tecnico più indicato a questo tipo di operazione, ma le ragioni di questo avvicinamento tra arte e cinema vanno oltre. in questi anni si creano le possibilità perché si apra una produzione indipendente senza l’obiettivo del profitto.

Tanti giovani artisti sessantottini, legati anche all’universo dell’arte povera, cercano di ripetere l’esperienza del New American Cinema, vedendo nel cinema sperimentale un’isola di purezza. Per la prima volta, c’è la concreta possibilità di produrre un cinema senza scopo di lucro. Il grande schermo è in grado di porsi come elemento vitale e non come mero oggetto di consumo.

Alla dimensione concettuale dell’opera di Nespolo, si associa poi la dimensione dell’artista. Ed è lo stesso Nespolo, al termine della proiezione dei suoi lavori, a definire la sua visione personale di che cosa significhi essere degli artisti, degli intellettuali.

Chi si occupa di arte, l’intellettuale in parole povere, dovrebbe sapere fare un po’ tutto, altrimenti diventerebbe per forza di cose uno specialista. È necessario muoversi da quella rigidità del restare bloccato in un solo ambito, per puntare anche ad una maggiore libertà. L’artista vero è quello che io chiamo un dilettante eclettico.”

Le parole di Nespolo trovano sicuramente conferma nella sua carriera, che non si limita mai ad un unico ambito ma che, al contrario, esplora molteplici mezzi espressivi e altrettanti campi mediali. Il suo proficuo sodalizio con Campari gli è valso la dedica di una delle torri presenti nel museo Campari di Sesto San Giovanni.

E proprio questo “dilettantismo eclettico” gli ha permesso negli anni di essere considerato un artista di rilievo nella cultura contemporanea italiana. Un artista legato, da una parte, ai cineclub del cinema sperimentale di nicchia, dove per forza di cose, la distribuzione dagli anni ’60 è andata scemando sempre di più. Ma, d’altra parte, Nespolo si è imposto anche nell’immaginario più commerciale possibile, ossia quello pubblicitario, innalzando il concetto di pubblicità ad un livello artistico e quindi, come si diceva prima, vitale.

Un coacervo di suggestioni, immagini e diversi imprinting culturali. L’arte di Nespolo si fonde completamente con il flusso continuo di sensazioni, immagini e suoni che colpisce ogni giorno la nostra diretta esperienza vitale. Mai come in questo periodo il flusso ha incrementato la sua portata, la dimensione dell’interpretazione ha raggiunto una dimensione chiave come quella rappresentata dal prosumer. Ma come constata lo stesso artista:

La passione sperimentale ha perduto da tempo il proprio spirito originale. C’è da dire che, allo stesso tempo, l’idea di lavorare con le immagini in movimento è in forte crescita e di questo non posso che esserne felice.”

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