La calda estate del Rap italiano

Dopo anni di successo commerciale, al Rap italiano è stato riconosciuto un ruolo intellettuale attivo nella produzione culturale del paese. Da Salmo a San Siro al Premio Tenco a Marracash…

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Spargi il verbo nel tuo barrio / 

Il primo rapper nello stadio / 

Gli amici tuoi chiaman la pula / 

Live da paura / 

La musica è una via di fuga, quindi va da sé / 

Dovessi camminare nella valle oscura non avrei paura, perché sei con me (Salmo – Salmo 23, prod. Strage)

L’estate 2022 ha sancito, forse, la definitiva consacrazione del rap italiano. Non si parla di un successo commerciale o mediatico, peraltro già conseguito. Il genere, mai come in quest’estate, ha raggiunto una alta considerazione da parte di stampa e critica.

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Nel corso dell’ultimo decennio, il Rap italiano si è fatto strada nel mercato discografico, assestando numerose spallate alla rigida quanto conservatrice industria musicale italiana. Ad esempio, il fenomeno della trap, arrivato nel mainstream tra il 2015 e il 2016, è forse la stagione musicale e sociale che ha maggiormente attirato l’attenzione della stampa sull’Hip Hop. Il successo commerciale e mediatico riscosso dal Rap italiano, anno dopo anno, si è dimostrato in costante crescita. È importante sottolineare che lo Status del genere non ha goduto della stessa evoluzione. In Italia, il Rap, in qualsiasi sua forma, è sempre stato associato dai grandi media alla ridicolizzazione della figura dell’MC o alla sua stigmatizzazione in quanto figura spesso legata a fenomeni di violenza o tossicodipendenza. Questo nonostante la “old school” del Rap italiano abbia vantato negli scorsi decenni la presenza di artisti validissimi e spesso straordinari.

Quest’estate, però, potrebbe testimoniare un’importante inversione di tendenza. Il primo evento in grado di innescare questo cambiamento è sicuramente il live di Salmo a San Siro dello scorso 6 luglio, già in programma nell’estate del 2020 ma poi rimandato di due anni a causa dell’emergenza pandemica.

Il rapper originario di Olbia, figura ormai consolidata da più di un decennio nel Rap game, ha dato vita ad uno show dalla portata senza precedenti per l’Hip Hop italiano. La cura maniacale per i dettagli, l’allestimento spettacolare del palcoscenico e l’intensità della performance di Salmo e della band che lo ha accompagnato: questa è la ricetta per un concerto che potrebbe rivelarsi storico. Nelle oltre due ore di live in cui il livello d’intensità non ha mai accennato a calare, Salmo e la band al suo fianco (Frenetik e Marco Azara alla chitarra, Jacopo Volpe alla batteria e Dade al basso) si sono scatenati sul palco praticamente senza mai prendersi pause. In questo sodalizio le sonorità Rap si fondono con le influenze Punk Rock, Heavy Metal e della Dubstep che fin dagli esordi hanno contraddistinto la musica di Salmo. La scaletta è stata in grado di ripercorrere con grande eclettismo la carriera dell’artista dagli ultimi successi commerciali Playlist e FLOP fino agli albori. Il momento più sentito è arrivato quando il rapper olbiense si è lasciato andare rappando a cappella, visibilmente emozionato, La prima volta, il primo pezzo scritto per il suo album d’esordio The Island Chainsaw Massacre. Un momento speciale in cui i presenti si sono resi conto di come quegli attimi rappresentassero molto più che un ricordo. Il riscatto personale di Salmo è specchio della rivincita di un genere intero che solo oggi acquista lo Status per cui ha sempre lottato fin dal suo sbarco in Italia. Quello rappresentato da Salmo è un movimento maturo che non ha più bisogno di farsi spazio attraverso le sterili polemiche social. In questo senso, tra i tanti artisti invitati sul palco spicca l’inaspettata presenza di Fedez, nel passato bersaglio di numerose critiche sui social da parte dello stesso Salmo.

Meriterei il premio Tenco / 

per il fottuto talento che tengo.

 

(Marracash – Red Bull 64 Bars, prod. Crookers e Nic Sarno)

Il tema dello Status è un tema cardine nell’immaginario Hip Hop, tanto da essere il titolo di un album di un altro dei colossi del Rap Game italiano: Marracash. Proprio il rapper cresciuto nel quartiere della Barona a Milano è il protagonista del secondo evento che potrebbe testimoniare il definitivo riscatto culturale dell’Hip Hop in Italia. Il suo ultimo disco Noi, Loro, Gli Altri ha da poco ricevuto la Targa Luigi Tenco come miglior album in assoluto del 2021. Lo stesso artista, decisamente stupito per il riconoscimento assegnatogli ha commentato così:

È un onore incredibile e quando due anni fa cantavo quella rima non pensavo che sarebbe successo davvero. Sono davvero molto contento perché in Italia non c’è mai stato questo tipo di riconoscimento: ciò che è successo rappresenta un grande segnale non solo per la mia carriera ma per tutta la scena rap”.

È chiaro che ad un certo tipo di Rap sia stato finalmente riconosciuto un ruolo intellettuale attivo nella produzione culturale del Paese (non stupisce più che il video-artist Yuri Ancarani abbia allora scelto il producer Sick Luke per le musiche del suo Atlantide). Un’ulteriore conferma da questo punto di vista potrebbe arrivare dall’attenzione critica con cui è stato accolto il recente successo di Lazza, rapper milanese padrone delle classifiche Fimi da circa 20 settimane con il suo ultimo disco Sirio. L’attenzione nella produzione musicale e gli importanti influssi delle composizioni di Chopin hanno contribuito a delle notevoli recensioni critiche per l’artista.

È altrettanto vero che questo riguardo della critica italiana (e non solo: vi ricordate di quando il New York Times intervistò Myss Keta?) è riservato ad artisti più navigati, già affermati nel mondo discografico. Le nuove generazioni, nonostante i grandi successi commerciali (uno su tutti l’enorme successo estivo di Rhove), faticano a ritagliarsi quel famoso Status di cui si parlava in precedenza. Questi giovani artisti si trovano nella fase iniziale di un lungo e tortuoso processo di riscatto. Baby Gang, Rondodasosa, Simba Le Rue, Paky e il già citato Rhove sono i principali esponenti di una nuova generazione che ha conseguito importanti successi discografici con i propri album d’esordio, al fianco magari del ritorno di Fabri Fibra, ma che allo stesso tempo viene menzionata sulla carta stampata esclusivamente per problemi con la giustizia (è noto il recente arresto di Simba Le Rue per il sequestro del rapper rivale Baby Touchè, atto ripreso e pubblicato sui social per visibilità) o per polemiche di vario genere (di recente Rhove è stato coinvolto in una grossa polemica dopo la sua decisione di abbandonare il palco per il poco coinvolgimento del pubblico durante il suo show).

Lo scollamento tra la nuova generazione e quella più affermata è una condizione temporanea che solo il tempo potrà risolvere ma soprattutto non frena l’importante passo avanti che è stato fatto in questi mesi. Il Rap italiano, da sempre considerato un genere estraneo alla tradizione italiana, ha finalmente ottenuto dei riconoscimenti importanti, legittimandosi intellettualmente.

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