La generazione perduta, di Marco Turco

Vincitore del Nastro d’Argento, il doc è davvero convincente nel raccontare, senza retoriche, gli anni ’70 in cui l’eroina aveva conquistato il mercato dei giovani . In sala dal 4 aprile

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Giunge in sala La generazione perduta, presentato all’ultimo Torino Film Festival e premiato con il Nastro d’Argento per il Miglior documentario dell’anno. Diretto da Marco Turco, autore tra gli altri, del recente Questo è un uomo, su Primo Levi per Rai Uno, il doc è davvero convincente da tutti i punti di vista, non solo per la capacità di raccontare, senza retoriche, gli anni infuocati in cui l’eroina aveva conquistato il mercato dei giovani, ma anche per aver costruito un toccante profilo di Carlo Rivolta, giornalista di “Paese Sera” e del nascente quotidiano “La Repubblica”. Carlo Rivolta incarnava fedelmente le pulsioni, le passioni e i drammi degli anni ’70 in Italia ed è stato l’autore di avvincenti inchieste sulla droga che tra il 1974 e il 1975 si diffondeva prepotentemente nel nostro Paese, devastando intere generazioni. Addirittura arriverà, da vero cronista ossessionato dalla verità, a sperimentare gli effetti della droga su se stesso, con esiti catastrofici portandolo alla morte a soli 32 anni nel 1982.

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Una sinfonia corale accompagnata dalla voce di un solista. Ecco cosa è riuscito a creare il regista, attraverso immagini di repertorio, testimonianze acute (in particolare quella di Enrico Deaglio) e imprescindibili (quella della compagna di Rivolta, Emanuela Forti) e la voce fuori campo dell’attore Claudio Santamaria, lettore di brani degli articoli dello stesso Rivolta. La vicenda personale del giornalista quindi diventa il contesto per raccontare gli anni delle speranze e del cambiamento naufragato tra i corpi senza vita. Rivolta intuisce le dinamiche che regolano il traffico. Mette il consumo crescente in relazione al naufragio dei movimenti collettivi nati dalla spinta del ’68. È la voce di una generazione in caduta libera. Attraverso le sue parole e il suo sguardo, viviamo in diretta lo spirito dei tempi, le enormi speranze e le amare delusioni di una generazione martoriata dall’eroina. Nello sterminato materiale di repertorio utilizzato dal regista spiccano i fenomenali contributi di Alberto Grifi e Antonello Branca: il primo con il memorabile reportage del grande raduno di Parco Lambro, il secondo con il ritratto di Filomena e Antonio, una coppia di tossicodipendenti a Milano, che danno la parola ai giovani drogati. Ma c’è tutto che gira nel verso giusto, anche la voce radiofonica che gela chi ascolta con i racconti dei genitori dei figli preda dell’ago e abbandonati al proprio destino.

La generazione perduta rientra a tutti gli effetti nel filone di quelle opere necessarie per ripensare il passato, suggerendo idealmente una via alternativa che il nostro Paese avrebbe potuto imboccare per non ritrovarsi impantanato negli affanni e nelle tragedie politico/economiche del presente.

Regia: Marco Turco
Distribuzione: Luce Cinecittà
Durata: 80’
Origine: Italia, 2022

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
4
Sending
Il voto dei lettori
4 (7 voti)
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