Box Office USA 28/9/2009

Il mercato americano non sembra smuoversi dal suo abituale letargo autunnale: nessuna delle nuove uscite ha risvegliato il pubblico, che ha preferito confermare Cloudy With a Chance of Meatballs in testa alla classifica. Dopo tanti fallimenti, la Sony ha così piazzato un tiepido successo nel campo dell'animazione, che finora le era rimasto estraneo.

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Dopo l’esordio poco più soddisfacente, in pochi avrebbero scommesso sulla conferma di Cloudy With a Chance of Meatballs. Invece, l’esperimento della Sony nell'ostico terreno dell'animazione ha difeso la prima posizione, e ha tenuto il volume di incassi molto più di quanto ci si sarebbe potuto aspettare. Anzi, le sue entrate sono rimaste praticamente invariate, mentre di solito un film normale perde almeno il quaranta per cento dopo i primi sette giorni. L'incasso complessivo del film, che vanta le voci di Bill Hader e di Anna Faris, ha raggiunto i sessanta milioni di dollari: i fasti della Pixar e della Dreamworks sono ancora lontanissimi, ma stavolta la Sony può dire di aver messo almeno un piede in un mondo che fino a questo momento le era stato estraneo. Per il momento, il gradimento della platea è bastato a tenere a bada Surrogates, il film di fantascienza diretto da Jonathan Mostow e tratto da una graphic novel nota soltanto ai più accaniti fan dei comics. Il poliziotto interpretato da Bruce Willis, che nel 2054 è impegnato in un indagine nel mondo degli androidi, non ha conquistato il pubblico, ma non è stata la grande delusione del week-end. Il film al centro dell’attenzione era infatti Fame, diretto da uno specialista come Kevin Tancharoen, già regista di una serie come Dancelife. Il remake del celebre film diretto da Alan Parker è stato forse prematuro, o forse il successo di titoli come Step-Up ha fornito una proiezione distorta delle potenzialità di produzioni analoghe: in ogni caso, dieci milioni all’esordio sono una cifra troppo bassa, persino per il periodo autunnale, che storicamente registra sempre pochi movimenti. Dopo il Festival di Venezia, Capitalism: A Love Story è sbarcato in solo quattro sale in tutta la nazione. Il nuovo film di Michael Moore è entrato in classifica al ventisettesimo posto, ma ha fatto la fortuna degli sparuti schermi che lo hanno ospitato, che hanno incassato sessantamila dollari in pochi giorni.

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