All or Nothing: Juventus, di Beppe Tufarulo

La serie gioca col voyeurismo è raccontare il cammino juventino attraverso luoghi solitamente off limits. Ma come verrà ricordata negli annali la prima stagione di Andrea Pirlo allenatore? Su Prime

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Sin dalle prime immagini di All or Nothing: Juventus, lo spettatore-fan-fantallenatore cadrà nel tranello di giudicare col senno di poi la stagione juventina filmata dalle macchine da presa di Amazon Prime Video.
È un processo quasi inevitabile, sia per naturale connotazione di chi è appassionato di calcio, sia perché l’annata in questione è forse una delle più contraddittorie della centenaria storia bianconera.

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Dopo un ciclo straordinario di 9 scudetti consecutivi e tre diversi allenatori a proporre idee di gioco forse antitetiche tra loro, la dirigenza sceglie di fare all in e affidare la squadra all’inesperto Andrea Pirlo.
Un cambio di guardia che lascia perplessi in molti, sia perché il Maestro ha da poco conseguito il patentino di allenatore e non ha alle spalle alcuna esperienza al timone di un club, sia perché il suo precedessore, Maurizio Sarri, prima di andarsene ha comunque arricchito il palmarès con un primo posto in campionato.

Nuovi innesti abbassano l’età media della rosa, in panca un allenatore che in mezzo al campo ci aveva abituato a magie impensabili, nella mente di tutti un solo grande obiettivo: la Champions League.
La coppa dalle grandi orecchie è per i tifosi juventini una vera e propria maledizione, un incantesimo che nemmeno Cristiano Ronaldo è riuscito a scongiurare. Sarà una stagione All or Nothing: tutto o niente.

Amazon Prime Video segue la scia di Netflix e, per importare uno dei format sportivi più seguiti sul suo portale, sceglie il club con più fan in Italia.

A differenza di First Team: Juventus – prima produzione made in Italy della piattaforma di Los Gatos – nell’edizione bianconera di All or Nothing l’atmosfera che si respira è però completamente differente.
Il voyeurismo che spinge gli spettatori a spiare i calciatori anche in momenti e luoghi solitamente inaccessibili come il Training Center della Continassa o addirittura lo spogliatoio prima e dopo ogni match, in alcuni casi toglie gli idoli dal piedistallo per osservarli nella loro umanità. In altri, invece, ne evidenzia ancor di più certi atteggiamenti di hybris.

Il mix di senatori e nuove leve spesso vacilla e basta un filone negativo tra campionato e coppe a incrinare gli umori di chi è abituato sempre e solo a vincere (non serve fare nomi, come è andata a finire con alcuni calciatori di quella rosa è noto a tutti…)

Certo, la Juventus non è il Cervia, la squadra dilettante seguita dalle telecamere Mediaset nel 2004 durante il reality Campioni, il sogno

Eppure, alcune dinamiche di quel programma, rimasto poi celebre più per gli sfottò della Gialappa’s Band, sono rintracciabili anche tra i professionisti di oggi. In quel caso c’era la rincorsa ai riflettori da parte di aspiranti calciatori il cui sogno recondito era quello di essere popolari a prescindere dalla carriera calcistica (e infatti i soli ad essere andati oltre quel fuoco di paglia che fu il reality sono diventati poi tronisti sulle medesime reti Mediaset).

Tra i professionisti della Juve immortalati in All or Nothing invece il rapporto celebrità/capacità sportiva sembra persino capovolto. Tant’è che a un certo punto Andrea Pirlo e Gigi Buffon, in un attimo di confidenza, si lasciano scappare: «Sta cambiando il mondo. Noi siamo cresciuti con la sola fame di vincere, oggi le priorità sembrano altre: il telefono, la fama, le folle, fare lo stupido su Instagram…»

Da lì in poi la nostalgia inizia a farla da padrona. Vuoi perché il Mister Pirlo si rende conto di non essere riuscito nell’ennesima impresa calcistica della sua carriera, vuoi perché quel ciclo vincente inaugurato da Antonio Conte anni prima sembra essere finito sul serio.
È stata una stagione da tutto o niente. E ritrovarsi a festeggiare una qualificazione in Champions afferrata per il rotto della cuffia, non fa che acuire dubbi senza lasciare certezze. Società ingenerosa con Pirlo o semplicemente troppo spregiudicata? CR7 è stato un investimento mirato o un effettivo impedimento?
Troppo facile oggi sentenziare risposte, col senno di poi… 

 

 

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
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