Alla ricerca di un senso, di Nathanaël Coste e Marc de la Ménardière

Un documentario on the road che evidenzia i parossismi di una modernità collaudata nel suo lato fallimentare, alla ricerca di una soluzione che si origini nella presa di coscienza della collettività

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Marc de la Ménardière è un giovane ragazzo trasferitosi a New York per un prestigioso lavoro aziendale. Questo lo porta a frequentare abitudinariamente il glamour della metropoli e ad essere in contatto con un mondo mirato allo sfarzo e al consumismo estremo, tanto quanto la sottile eccentricità del lavoro che compie: vendere acqua francese al popolo americano, laddove il marketing è un gioco tanto globale quanto assurdo. Un meccanismo paradossale alla luce di una realtà in rovina, in cui una parte del mondo gioca a colpi di marchi e trend, e l’altra stenta a sopravvivere. Di questo Marc non se ne preoccupa fino allo scoppio di una casualità: l’improvviso incidente che lo costringe a casa gli dà modo di poter visionare i documentari dell’amico Nathanaël Coste, geografo impegnato nella denuncia della disastrosa situazione ambientale in cui ci troviamo. Il materiale di Coste colpisce Marc a tal punto da far nascere in lui il desiderio di approfondire questa problematica e le cause che l’hanno generata e qui sorge l’idea del viaggio alla ricerca della verità, di “un senso”, che li porta dall’India al Guatemala, passando per San Francisco e l’Ardèche, dove le loro convinzioni iniziano pian piano a vacillare, fino alla scoperta di realtà così poco conosciute eppure tanto più oneste e vere di quelle che, poco prima, accettavano come giusto compromesso.

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Un documentario autodistribuito e che ha visto la luce grazie ad una campagna di crowdfunding che li ha aiutati nella post-produzione, in quello che si presenta come un lavoro finalizzato ad una pluralità di soggetti e, in totale coerenza, realizzato e compiuto grazie all’aiuto della collettività.
Alla ricerca di un senso parte con l’intento di rispondere ai quesiti, forse ordinari, di due giovani ragazzi e in particolare di Marc, da sempre sostenitore di un meccanismo capitalista che a suo modo lo vede protagonista, o meglio, parte dell’ingranaggio: “Perché il progresso tecnologico ci sta destabilizzando? Perché una parte del mondo sta morendo di fame a fronte di un’altra che sguazza nel consumismo? Perché l’uomo e la natura sono diventati nemici? Come siamo arrivati a tutto questo?“. La ricerca

alla ricerca di un senso - satish kumar di una o mille risposte, partita all’insegna del proprio interesse e curiosità, sfocia in quello che diviene un desiderio conoscitivo comune, allargandosi ad un’intera comunità che è vera e sensibile protagonista e artefice del tutto. O almeno, così dovrebbe essere: il senso che cercano di scoprire Marc e Nathanaël li porta alla considerazione di un aspetto della nostra società che solo nella cooperazione può trovare una soluzione ai danni fino ad oggi compiuti. Tra testimonianze di ogni genere che variano dall’astrofisico allo sciamano, dalla scienziata al filosofo, il punto comune che volge ad un aspetto risolutivo si constata nell’unione delle persone, in un intento globale a favore della salvezza di tutti noi. Abbiamo lasciato il mondo nelle mani di pochi, in una democrazia che si deduce tale solo tra individui al di sopra di tutto, che non ci tocca se non nelle sue conseguenze fatali e paradossali. Nel convincerci che salvare il loro meccanismo ci farà trovare una soluzione si diviene schiavi di un’ideologia ormai malata e corrotta, appartenente al passato e che, questo presente, non riesce più a sostenere. Solo nell’allontamento della nostra singolarità e nella comprensione di essere parte integrante di un cosmo fatto di forza ed energia, nell’apprendere la necessità della condivisione e del senso di comunità, una soluzione è ancora possibile. Un cambiamento radicale in noi stessi, nelle abitudini che inquinano la terra che ci ha dato la vita, consegue uno sviluppo realmente positivo e concreto.
Questo, uno tra i tanti messaggi che Nathanaël Coste e Marc de la Ménardière evocano nel corso del loro viaggio, esistenziale e naturalistico, filosofico e scientifico, alla ricerca di un senso che non si limiti al puro pensiero ma trovi un punto di partenza per la sua realizzazione.

“La modernità è vista come liberatoria per l’uomo. In realtà si vede benissimo cosa questa genera per l’essere umano: dalla scuola materna all’università l’uomo è rinchiuso. Poi ognuno va a lavorare in luoghi chiusi, grandi o piccoli. Persino per divertirci ci chiudiamo in locali. Ognuno nella sua macchina, chiaramente. Dopo in casa di riposo e poi chiusi in una cassa. Come itinerario di vita devo dire che non mi sembra molto liberatorio!” – Pierre Rabhi, contadino e scrittore

Titolo originale: En Quête de Sens
Regia: Marc de la Ménardière, Nathanaël Coste
Origine: Francia, 2015
Distribuzione: Cineama
Durata: 87′

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