Anac, 100autori e WGI preoccupate per gli obblighi di investimento

Le associazioni degli autori hanno rilasciato un comunicato stampa per esprimersi in merito alla discussione sulla normativa e si dicono pronte a intervenire

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“Gli autori e autrici, ovvero sceneggiatori, sceneggiatrici, registe e registi non sono mai stati convocati e ascoltati dalle commissioni, nonostante i contenuti della produzione audiovisiva nascano e prendano vita innanzitutto grazie al loro lavoro e qualsiasi cambiamento venga apportato nel sistema ricada inevitabilmente sulle loro vite professionali”.

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È stato rilasciato pochi giorni fa il comunicato da parte di Anac, 100autori, WGI, con il quale, in vista della discussione in merito alla normativa sugli obblighi di investimento in opere cinematografiche e prodotti audiovisivi nazionali da parte di TV e piattaforme che operano in Italia, le associazioni degli autori hanno voluto esprimere la loro preoccupazione per un’eventuale riduzione delle quote.

Ma qual è la situazione attuale? Al momento, come puntualmente ricordato dalle stesse associazioni, gli obblighi di investimento da parte delle piattaforme si attestano su un valore del 20% dei fatturati delle imprese; un dato che dovrebbe raggiungere la soglia del 25% a partire dal prossimo anno. Tale condizione, sottolineano con forza Anac, 100autori e WGI, ha “creato occupazione, ma anche una ricchezza importante di occasioni di racconto di storie, temi e luoghi del nostro paese e […] (l’obbligo di investimento) non deve essere né ridotto, né messo in discussione”.

Una richiesta, si legge nel comunicato, che lungi dal risultare una pretesa è sostanzialmente “in linea con quanto avviene in altre realtà europee”; e che, se non troverà adeguata risposta in sede parlamentare, sarà seguita da un’azione ben più decisa da parte degli autori, intenzionati a “compiere tutti i passi necessari per opporsi e far sentire la loro voce”.

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