Arcipelago 2.0 – Un minuto al termine


Un gruppo di cineasti cresciuti sotto l’egida dell’Arcipelago fornisce al festival undici piccoli capolavori per continuare a sorridere. Si tratta di corti brevissimi che intrecciano problematiche di chiara attualità a tematiche di pura immaginazione. Con Pappi Corsicato, Pietro Balla, Eugenio Cappuccio, Bruno e Fabrizio Urso, Mario Amura, Chiara Malta, Paola Randi, Gianluca Arcopinto, Davide Marengo, Simone Massi, Edoardo Winspeare

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Un gruppo di cineasti cresciuti sotto l’egida dell’Arcipelago fornisce al festival undici piccoli capolavori per continuare a sorridere. Si tratta di corti brevissimi che intrecciano problematiche di chiara attualità a tematiche di pura immaginazione.

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Pappi Corsicato presenta La mantide in camera, rivisitazione di un’intervista a Libera Cammarota, reclusa nel carcere di Poggioreale per omicidio colposo, produzione e distribuzione illecita di materiale cinematografico. Lo stesso Corsicato aveva già diretto Iaia Forte in Libera del 1991, il corto che inaugurò il Festival Arcipelago, divenuto poi un episodio del lungometraggio omonimo presentato al Festival di Berlino nel 1993, vincitore di un Nastro d’Argento come opera prima.

Regista e autore televisivo, una delle firme delle riviste cult FilmCritica e SegnoCinema, Pietro Balla dirige Impromptu, la testimonianza di una vita dura, quella della porno star Melissa Bartolini.

The Infinite è un’opera di Eugenio Cappuccio. Questa è la registrazione di una poesia recitata dall’attrice Erica Newhouse, incontrata a Brooklyn nel 2011 per la realizzazione di un doppiaggio.

18 anni di Bruno e Fabrizio Urso è la testimonianza di una realtà amara che denuncia il peso della verità. Crudo spaccato che si colloca in una linea stilistica all’insegna del filone civile del cinema italiano e ne tenta il rinnovo sull’eco indimenticabile di Pino Masciari.

Mario Amura, direttore della fotografia per Sabina Guzzanti, VIncenzo Marra e Saverio Costanzo, lascia scorrere immagini congelate che documentano la fine di un amore. The End è l’intercapedine di un tempo inesorabile che non lascia speranza.

Altro titolo di sperimentazione narrativa per Chiara Malta che con Anteprima realizza un’opera di rara inquietudine. Nella cornice onirica di un teatro, dei bambini giocano a guardare uno spettacolo i cui protagonisti sono loro stessi.

Ispirandosi alla storia della novantottenne Maria D’Antuono, sopravvissuta alla tragedia che ha colpito L’Aquila, Paola Randi gira La coperta ad uncinetto, realizzato con l’uso della tecnica Claymation.

Rigore decisivo di Gianluca Arcopinto è il sogno a occhi aperti di un ragazzino che immagina la vittoria in campo, acclamato da tutti gli amici.

Davide Marengo con Ingorgo sul lago salato ripropone il set del film Breve storia di lunghi tradimenti, realizzato in super8-iPhone per sottolineare la forza dell’arte cinematografica attraverso il contrasto stridente tra immagini e sonoro.

Lieve, Dilaga dell’animatore Simone Massi prende spunto da tre colori, il nero, il rosso e il bianco, che lentamente si animano per creare forme visive di rara suggestione.

Edoardo Winspeare presenta, infine, Un Caffè?, l’approccio amichevole di chi suggerisce una pausa dal traffico quotidiano, dalla routine e dal lavoro. Uno dei più caratteristici momenti che denotano l’autenticità del piacere italiano.

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