BERLINALE 63 – Il trailer di La Religieuse di Guillaume Nicloux. "Storia di un sistema che schiaccia l'individuo"


Ecco il primo trailer di La Religieuse, in concorso alla 63° Berlinale: diretto da Guillaume Nicloux a partire dalla storia scritta nel 1796 da Denis Diderot. "Viviamo ancora in un regime patriarcale, in cui il confinamento delle donne e la repressione degli adolescenti sono solo più ipocriti e insidiosi" dice il regista francese

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Ecco il primo trailer di La Religieuse (info e foto) in concorso alla 63° Berlinale: diretto da Guillaume Nicloux a partire dalla storia scritta nel 1796 da Denis Diderot. Suzanne Simonin, cresciuta in una famiglia aristocratica ma figlia scomoda, perchè nata da un adulterio, a sedici anni viene rinchiusa in convento e costretta a farsi monaca. La sua ribellione incontrerà l'arbitrarietà della gerarchia ecclesiastica: disciplina assoluta da un lato, passioni amorose che la vedono come oggetto dall'altro. Il film di Nicloux vuole trascendere il caso specifico per raccontare una storia universale di sopraffazione dell'individuo da parte di un sistema dispotico.

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BERLINALE 63 - Il trailer di La Religieuse di Guillaume Niclouxtesso ho avuto un' educazione religiosa e preso in considerazione il seminario" racconta il regista francese, già autore di diversi film tra cui Le concile de Pierre, Une affaire privée, Cette femme-là, Holiday. "Una tentazione abbandonata verso i 13 anni, quando ho scoperto la sessualità, l'esplosione dell'armonia dei sensi. Ho iniziato a divorare libri, e quello di Diderot in particolare non mi ha mai lasciato: la storia di una giovane donna costretta in convento contro la sua volontà". Nicloux non è interessato a un generico messaggio anticlericale – "mi ha sempre affascinato il confinamento volontario, l'idea della vita di clausura" quanto al problema della libertà e della scelta autonoma della propria vita.

Nicloux tocca anche l'importante questione del rapporto tra libro e film: "Non ho mai messo in dubbio che stavo per tradirlo; ma tradire il più fedelmente possibile. Seguo un principio Hitchcockiano: lo leggo, lo chiudoe lascio che la mia immaginazione lavori sul mantenimento della sua essenza e su quanto mi ha più toccato".

Il regista dichiara di aver mantenuto volentieri l'ambientazione storica nell'adattamento, scritto a quattro mani con Jérôme Beaujour, perchè i temi trattati nel libro, la rivolta contro l'autorità e il diritto alla giustizia, sono assolutamente moderni.

"L'impatto del romanzo su mia figlia, che ha 17 anni, è stato fortissimo. Per lei, poche cose sembrano essere realmente mutate, dal XVIII secolo al mondo di oggi. Viviamo ancora in un regime patriarcale, in cui il confinamento delle donne è solo più ipocrita e insidioso. Gli adolescenti vengono ancora privati della loro libertà di pensiero e costretti a subire l'egemonia di alienanti sistemi dominati da motivi tradizionalisti, religiosi o culturali. Credo che la forza de La Religieuse di Diderot risieda proprio nell'atemporalità e universalità dei suoi contenuti".

La Religieuse di Guillaume NiclouxA interpretare Suzanne è la giovane attrice belga Pauline Étienne, ventitreenne, vista in Elève libreL'autre monde,  nel ruolo che fu di Anna Karina in un altro adattamento dell'opera: il film di Jacques Rivette del 1966, che incontrò più di un ostacolo, tacciato di "blasfemia e immoralità". Nicloux descrive così la sua attrice protagonista: "è difficile da spiegare, ma è dotata di una grazia particolare: sembra muoversi secondo una forza superiore, pacata e disarmante".

La affianca Isabelle Huppert – "un'attrice in grado di sublimare l'idea stessa di interpretare un ruolo, in grado di mostrare che l'attrazione che prova per Suzanne va al di là del semplice desiderio sessuale. Si tratta di un amore pericoloso ma non malsano." dice Nicloux.

La grande attrice francese, che interpreta per la prima volta una suora su grande schermo (lo è già stata a teatro, in  Mesure pour mesure di Peter Zadek, da William Shakespeare) racconta di aver letto il libro per prepararsi al suo ruolo. Lo definisce "un romanzo trasgressivo, concepito come una sorta di inganno letterario, che ha permesso di agire con la massima libertà". Il suo personaggio è una madre superiora che perpetra "un abuso più emotivo che sessuale: non è una predatrice, una mangiatrice di jeunes filles, ma qualcuno che cerca disperatamente affetto".

Isabelle Huppert in La Religieuse di Guillaume NiclouxLa Huppert si dichiara felice di aver lavorato con Nicloux per il suo modo di incoraggiare una recitazione istintiva e improvvisata. "Guillaume entra nel mondo dei suoi personaggi con una sorta di mancanza di rispetto, una brutalità, una naturalezza. Si rifiuta di 'fare della letteratura'".

Nel cast, anche Louise Bourgoin ("l'ho scelta perchè sembrava dolce e frizzante, esattamente quello che ci vuole per incarnare il Male puro") e Martina Gedeck nei panni delle superiore; Françoise Lebrun, veterana indimenticabile in La maman et la putain ("per me è sempre stata l'icona stessa del cinema", dice Nicloux) e diversi solidi attori francesi, tra cui Marc Barbé, Pascal Bongard e Gilles Cohen.

Tra le influenze del film, Nicloux cita la scelta, da parte del valido direttore della fotografia Yves Cape (già collaboratore storico di Bruno Dumont, ha lavorato anche per Chéreau e Denis), di ispirarsi alle immagini di uno dei pionieri della fotografia, il russo Sergueï Prokoudine. Così "l'immagine tradizionale del convento polveroso è stata sostituita da colori scintillanti e quasi caldi" in accordo con la volontà di superare gli stereotipi, come quello della vita monastica parca e austera.

La crew ha girato in due conventi in Germania, rimasti praticamente invariati per oltre tre secoli, e ha cercato di farli rivivere, tenendo presente che all'epoca "molti monasteri vivevano nell'opulenza, e nella maggior parte dei casi, la vita quotidiana si svolgeva in modo piuttosto ordinario, non mancavano il buon cibo e a volte risate e balli. Ecco perchè abbiamo dato al film anche colori luminosi".

Tra le passioni musicali, Nicloux cita Philip Glass, Arvo Part e Mogwai, Bach, Purcell, e afferma di aver apprezzato particolarmente la collaborazione di Max Richter (Valzer con Bashir) autore della colonna sonora.

Louise Bourgoin in La Religieuse di Guillaume NiclouxQuanto alle suggestioni cinematografiche, racconta il regista, "il film che mi ha accompagnato costantemente durante tutte le riprese è Edvard Munch di Peter Watkins [film tv del 1974, presentato a Cannes nel '76, ndr]. Forse perchè invece che fornire risposte, solleva domande. La fede in fondo è una perpetua messa in discussione".
 

La 63° Berlinale (7-17 febbraio 2013) ospiterà un'altra storia di reclusione femminile, sempre francese: Camille Claudel, 1915 (trailer, foto) di Bruno Dumont, con Juliette Binoche.

Tutte le nuove foto di La Religieuse sono nella nostra gallery.

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