BIOGRAFILM 2010 – "Due donne che hanno anticipato il '68". Incontro su Diabolik e le sorelle Giussani

Uno dei focus del Biografilm 2010 è stato l'omaggio alle sorelle Giussani, Angela e Luciana, autrici di Diabolik.

Per l'occasione si è svolto un incontro con Davide Barzi, Mario Gomboli ed Enzo Facciolo.

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Uno dei focus del Biografilm 2010 (ovvero un'intera giornata dedicata ad un personaggio) è stato l'omaggio alle sorelle Giussani, Angela e Luciana, autrici di Diabolik.
Per l'occasione si è svolto un incontro con Davide Barzi, Mario Gomboli ed Enzo Facciolo.
Barzi è l'autore dell'eccellente biografia “Le regine del terrore”, Gomboli è il direttore generale della casa editrice Astorina e Facciolo lo storico disegnatore del fumetto.
Prima dell'incontro è anche stato proiettato Le sorelle diabolike, di Andrea Bettinetti, documentario prodotto da Michele Bongiorno ed ispirato al libro (che ha fornito molto materiale per la realizzazione).
Angela e Luciana Giussani sono due figure decisamente atipiche nel panorama italiano dell'epoca, due donne forti che in modo quasi casuale hanno creato una leggenda del fumetto.
Diabolik è il personaggio (insieme a Tex Willer) più studiato, riprodotto e utilizzato dalla comunicazione: a lui sono stati ispirati film, cartoni animati, campagne pubblicitarie, un radio-fumetto e la lista potrebbe continuare.
Nasce nel 1962, in un periodo estremamente diverso da quello attuale, in cui l'editoria era, in un certo senso, improvvisata. L'idea di partenza era quella di una lettura veloce e non impegnativa per i pendolari.
Il primo numero esce il primo novembre 1962, disegnato da tale Zarcone, che subito dopo sparisce e tuttora non si sa nulla di lui.
Kalissa Giacobini (modista) disegna il secondo numero.
Alcuni numeri vengono disegnati da Marchesi e, finalmente, a partire dal numero 10, subentra Enzo Facciolo, che diverrà il disegnatore ufficiale e migliorerà notevolmente la componente grafica.
Facciolo ricorda la sua esperienza: «All'inizio non ero molto convinto del personaggio, lo trovavo, ad esempio, troppo simile a Fantomas. Dovevo lavorare con dei ritmi serratissimi, 12/13 ore al giorno, era massacrante perché non c'erano numeri di riserva, se il lavoro non era terminato il numero non usciva. Dovetti portarmi dietro le tavole perfino durante il viaggio di nozze».
Barzi ci racconta che il libro ha richiesto un anno di lavoro solo per la prima edizione e che nella seconda ha deciso di aggiungere molto altro materiale: «Volevo fare una biografia per raccontare la vita straordinaria di due donne che hanno anticipato il '68».
Gomboli sottolinea quanto le due donne avessero capito l'importanza del lavoro gestito come una catena di montaggio, del lavoro d'équipe.

Quanto le Giussani erano consapevoli del loro potere in una società maschile?
Forse non molto. Non si sarebbero mai aspettate tanto successo. Non volevano che gli altri ne facessero delle icone, non volevano essere considerate proto-femministe e non pensavano di aver creato qualcosa che si sarebbe rivelata tanto grande.

È vero che c'era una grossa parte di pubblico femminile?
Pare proprio di sì, il 25% dei lettori è composto da donne e ragazze.

Che fine hanno fatto i fumetti che imitavano Diabolik, quelli nati sulla scia del suo successo?
Son tutti morti, nessuno ha resistito. Diabolik ha, a un certo punto, anche ridotto la violenza, proprio per differenziarsi dagli epigoni.
Kriminal poteva essere un pericoloso concorrente, ma non ha resistito al tempo. Le Giussani puntavano soprattutto sulla qualità delle storie, ancora più che sul disegno. Meglio una buona storia non disegnata troppo bene che una cattiva storia disegnata benissimo.

 

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