Più che un’impresa disperata, ormai sembra una missione suicida. All’inizio, il tentativo di interrompere il digiuno estivo era solo complicato, mentre con l’inizio dei mondiali di calcio è diventato semplicemente impossibile. Non appena gli italiani hanno iniziato a familiarizzare con le insopportabili ma pittoresche vuvuzela, sul mercato è calata la notte più nera. I volumi di incasso erano insolitamente bassi già dalla fine di maggio, ma adesso hanno raggiunto livelli davvero imbarazzanti. Il primo posto è stato occupato da The Hole di Joe Dante, che è riuscito a farlo suo con meno di mezzo milione di euro. E’ una media che di solito si registra solo all’inizio di agosto, quando le citt à si sono largamente svuotate per le ferie: quello appena trascorso è stato il peggior secondo week-end di giugno da quando esiste la moneta europea, e il dato si fa ancora più pesante se si considera che The Hole poteva sfruttare la maggiorazione dei biglietti dovuta al 3D. La situazione non dovrebbe migliorare a breve: tra sette giorni arriverà nelle sale A-Team, che negli Stati Uniti è stato salutato da un esordio disastroso. Anche il celebre gruppo di mercenari dovrebbe uscire sconfitto dal fascino della maglia azzurra, che almeno in questo campo sta riportando una vittoria schiacciante… Se il nuovo Baracus e i suoi compagni non ce la dovessero fare (cosa che a questo punto dovrebbe essere assai probabile), l’unico film in grado di premiare le scelte dei distributori potrebbe essere Eclipse, in uscita per il trenta giugno, appena prima dell'ultima spiaggia di Toy Story 3. Forse si è prevista una prematura uscita della nazionale dalla competizione sudafricana… Sicuramente, Carrie Bradshaw non è riuscita a far alzare gli uomini dal divano, come si prometteva il minaccioso manifesto di Sex and the City 2: le sue nuove imprese di Dubai hanno perso per strada un milione rispetto a quelle di New York, e lei e le sue amiche stanno cercando di superare un superflop internazionale come Prince of Persia. Il nuovo franchise di Jerry Bruckheimer non può dire di essere stato penalizzato dal depresso scenario italiano: non è andato bene nemmeno negli Stati Uniti, dove invece avrebbe dovuto fare faville.

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