Dopo l'incursione nella forma fiction dei suoi due ultimi film, entrambi presentati a Cannes, i recenti avvenimenti in Ucraina hanno spinto il regista a tornare alla forma documentario, ed ecco quindi Maidan, incluso come proiezione speciale al festival
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Il regista bielorusso
Sergej Loznitsa ha iniziato la sua carriera cinematografica nel campo del documentario con un personalissimo stile, caratterizzato dall'assoluto rifiuto della parola e da un glaciale bianco e nero. Ma nel 2010, il regista esplora l'ambito della fiction con il piccolo capolavoro, passato sotto silenzio,
My Joy (
Schastye Moye), in concorso a
Cannes 63, seguito poi, questa volta a
Cannes 65, da
In the fog (V tumane), vincitore del premio
FIPRESCI e ulteriore conferma delle capacità registiche di Loznitsa, che in qualche modo raccoglie la lezione del grande regista
Vitalij Kanevskij. Ma i recenti avvenimenti in
Ucraina hanno spinto il regista a tornare alla forma documentario, ed ecco quindi
Maidan, incluso come
proiezione speciale nell'attuale edizione di Cannes.
Maidan è la piazza principale di
Kiev, città ucraina nella quale, a partire dallo scorso novembre, persone di tutte le età si sono riunite per protestare contro il regime del presidente Yanukovych, il quale ha poi lasciato il suo incarico a Marzo. Loznitsa ha seguito e ripreso le proteste e gli scontri ucraini da novembre fino a marzo, nella piazza di Maidan. Il primo trailer rilasciato non rivela molto, ma il brusco movimento di macchina, che dalla fissità tipica di Loznitsa è costretta ad abbandonare la sua precisione quasi matematica in favore di una casualità forzata, lascia presagire non solo un documento interessante sugli avvenimenti contemporanei, ma anche un'ulteriore riflessione sull'evoluzione stilistica del regista.
Nella nostra fotogallery troverete una ricca selezione di foto dal film.
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