Cannes 77 – La plus precieuse des marchandises, incontro con Michel Hazanavicius e il cast

Un film animato per un argomento tanto delicato. Il regista di The Artist racconta il suo tentativo con l’animazione, per il film in concorso a Cannes 2024

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La plus precieuse des marchandises

Chiude il Festival di Cannes il regista e sceneggiatore francese Michel Hazanavicius, il quale si confronta per la prima volta con un film d’animazione dal titolo La plus precieuse des marchandises. L’opera è tratta dall’omonimo romanzo di Jean-Claude Grumberg, il quale ha collaborato alla stesura della sceneggiatura. Il disegno animato racconta di un taglialegna e sua moglie, che vivono in una foresta cercando di sopravvivere alla povertà, al freddo e alla fame. La situazione è aggravata dalla guerra e dalla persecuzione contro gli ebrei, ma un giorno, inaspettatamente, la loro vita cambia. La moglie del taglialegna salva una bambina che il padre lancia da un treno diretto verso Auschwitz; l’arrivo della neonata si rivelerà cruciale per la coppia e per tutti coloro che la piccola incontrerà.

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L’entrata in sala del cast per la conferenza stampa ha suscitato un positivo riscontro del pubblico e dei giornalisti, che accolto gli interpreti con calorosi applausi. Il regista, di origini ebraiche, inizia l’intervento dicendo che non aveva mai fatto un film così vicino alla Shoah, nonostante si sentisse attratto. Quando gli è stato proposto di realizzare quest’opera, il regista ha riflettuto sul da farsi: ho esitato per un po’, non per molto (…) la storia è piuttosto violenta e intima, legata a questa famiglia e alla Shoah. L’esperienza di mia nonna fu personale e complicata, ma allo stesso tempo anche una storia molto potente.

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Hazanavicius prosegue spiegando che è molto diverso fare un film live e quindi con attori reali e inquadrature, rispetto ad uno di animazione. Non solo cambiano gli intenti, ma anche la realizzazione e i suoi tecnicismi. La cosa che rimane invariata è l’emozione che questo deve essere in grado di generare nei confronti dello spettatore. Ho avuto un grande e valido supporto per fare il film, racconta, e queste persone hanno un enorme talento in termini di colore, conoscenza e storia del disegno. Abbiamo lavorato insieme (…) e sono stato capace di contare su persone fantastiche”.

Il dietro le quinte del film è stato un lavoro di squadra e collettività, uno scambio reciproco di sapere e fiducia.

Una questione molto rilevante nata durante la conferenza è stata sollevata grazie ad una domanda posta da un giornalista che ha chiesto della soluzione animata in rapporto ad un argomento tanto delicato come l’Olocausto. L’autore ha risposto dicendo che ci si può scottare, raccontare un fatto tanto tragico è impensabile, in quanto è impossibile raccontare cosa è realmente accaduto. Al contrario però, se non mostri la verità rischi di riferire una bugia: Quando mostri quello che hai raffigurato è così violento, è così orribile, ma questo non è più una forma di intrattenimento, non è più uno show”.

Per questo motivo il film d’animazione può rivelarsi un ottimo escamotage per avvicinarsi allo spettatore emotivo, senza cadere nella menzogna, ma stimolare l’immaginazione. Secondo il regista quindi, l’animazione si prestava meglio nella rappresentazione di un argomento difficile rispetto a una versione dal vivo: “Il film d’animazione è un buon mezzo, non è la soluzione per tutto, ma hai meno problemi. Non devi chiedere alle persone di fingere di essere dei defunti, che stanno per morire”.

 

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