#Cannes2016 – Brillante Mendoza e il dovere di ogni artista

Il cineasta filippino, dopo aver vinto la Palma per la miglior regia nel 2009 per kinatay, torna in concorso al festival con Ma’Rose in cui racconta alcuni aspetti come la corruzione della polizia

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Dopo aver vinto la Palma per la miglior regia nel 2009 per Kinatay, Brillante Mendoza è tornato in concorso a Cannes con Ma’ Rosa, che denuncia alcuni aspetti delle Filippine come quello della corruzione della polizia.

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Innanzitutto nel suo cinema continua a girare i suoi film anche in mezzo a molta gente: “Sono abituato a girare I miei film in mezzo la folla nella Filippine. Mi sono trovato più volte in questa situazione ma non mi ha mai creato problema quando faccio le riprese”. Poi parla del rapporto del suo cinema con il suo paese: “Nel mio cinema mi interessano soprattutto le questioni sociali. Spesso sono stato molto criticato nel mio paese per i film che faccio. La questione che mi pongo è la seguente: ci saranno dei cambiamenti? Cerco quindi di restare indipendente e tenermi al di fuori della politica”.  In Ma’Rosa c’è un rapporto diretto con delle vicende realmente accadute: “Questo tipo di situazioni che ho raccontato sono per me familiari. Uno dei motivi per cui faccio questi film è per denunciare delle situazioni che ci allontanano dalla vita. Che diventano poi un modo di vivere. Il dovere di ogni artista è fare in modo che possano cambiare”.

Si sofferma poi sul suo stile: “L’ho messo a punto nel corso degli anni. Bisogna che le cose avvengano lentamente per familiarizzarci. Gli attori devono entrare in sintonia con la storia, preparare gli ambienti dove si gira, coordinarsi con il direttore della fotografia. E abbiamo uno script piuttosto preciso. Ma è necessario che gli interpreti siano spontanei, naturali. In loro non conta il fatto che siano professionali o no ma che abbiano talento. Bisogna quindi assemblare tutti questi elementi per raggiungere un’estetica reale. Alcune persone della truppe del film si mette poi in contatto con la popolazione”.

Infine parla del suo rapporto con il festival: “Ogni volta che vengo a Cannes ho sempre l’impressione di essere accolto bene. Ed è avvenuto sia quando sono stato alla Quinzaine sia in competizione. Lo scorso anno ero ad Un certain regard con Taklub. Mi interessa poi particolarmente vedere le reazioni che i miei film provocano nel pubblico di Cannes”.

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