CINEMA – 1a Festa Internazionale di Roma – "Fascisti su Marte", di Corrado Guzzanti (Extra)

Il fascismo è solo una scusa per il poliedrico Guzzanti, e sta qui la più ghignante delle sue genialità. Quando il fool è solo a reggere la vana bandiera della critica sociale, allora ben venga l'uso, anche nel senso più semplice del termine, del cinema

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Il fascismo è solo una scusa per il poliedrico Guzzanti, e sta qui la più ghignante delle sue genialità. In Fascisti su Marte – più che un film, un ibrido – la comicità multimodale dello show-man percorre con sicurezza tutte le direzioni possibili: da quella meramente visiva, gestuale, facciale a quella esclusivamente verbale. La voce fuori campo, tratto distintivo del cinegiornale ed elemento comico costante (il migliore), concretizza per eccellenza l'idea-chiave: prendere il linguaggio del fascismo – roboanza, terne aggettivali, metafore bellico-scientifiche e monotoni toni perentori – e 'semplicemente' sottoporlo alla pratica del ri-uso. Così ricontestualizzato e risemantizzato, il codice è destinato a esplodere, e con lui gli spettatori (una decina di applausi a scena aperta in sala alla proiezione per il pubblico): la satira imbocca la via maestra (quella linguistica) e non si risparmia nel punteggiarla di giochi di parole – l'espediente teoricamente più vetusto e inefficace della comicità viene portato in primo piano, perché unito alla retorica fascista diventa in grado di fare esilaranti miracoli. Passiamo così da un 'ittico idioma ' a 'crepaccio ma non mollo' (risultato dell'azione toponomastica marziana), dal flashback che diventa 'retrolampo' alla Spagna 'prefranchista' (quella di Colombo)…La torsione va oltre, e rigira dal verso comico anche gli elementi del cinema, riusando a effetto le didascalie del muto; così come la satira che lambisce Kubrick, Spielberg, Shyamalan. E ancora, Guzzanti va a fondo e sfrutta le risorse cognitive, trasformando 'i nemici' in oggetti inanimati: contro questi si consuma il surreale e la comicità critica affina le sue armi e affonda l'attacco al potere. Sotto il velo del continuo sberleffo al fascismo nessuno viene risparmiato – l'ignoranza, Berlusconi e Bush, attentati veri e attentati finti, la chiesa e la burocrazia, le torture e i brogli. Tutto questo, si può dire, Guzzanti ce l'aveva già mostrato. Da un punto di vista strettamente cinematografico, Fascisti su Marte è un montaggio di precedenti sketch televisivi nella prima parte, che è poi la più spietata – nel ritmo e nell'efficacia. Nella seconda metà il film si perde, rallenta, scende di tono; didascalie e voce narrante diventano dialoghi, irrompono aliene un po' fuori luogo (ma la furia omicida scatenata contro gli alieni/pupazzi televisivi per bimbi onora molti – sicuramente tutti quelli che stanno dalla parte degli 'Happy Tree Friends'…) e scenari da banalizzata e televisiva fantascienza. Forse, più che un film, Fascisti su Marte è da considerarsi come un'operazione che conosce bene, dunque a ragione usa, la potenza comunicativa del cinema. Si potrà criticare Guzzanti fin troppo facilmente a livello tecnico. Ma quando rimangono solo i comici a dire "Ad una 'soluzione finale' non necessariamente corrisponde un problema iniziale", quando il fool è solo a reggere la vana bandiera della critica sociale, allora ben venga l'uso, anche nel senso più semplice del termine, del cinema.

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