"Cuori perduti" di Teresio Spalla

Funerea divagazione di periferia. Visivamente, narrativamente e concettualmente il film, realizzato nel '97 e uscito solo ora in sala, è un gioco straziante. Incerta, impalpabile, balbettante, la regia procede a strappi, alla ricerca di un senso forse mai cercato o spasmodicamente rincorso.

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"Benvenuti al programma fatto per i giovani, con i giovani, dai giovani, sui giovani, tra i giovani". Così recita una protagonista del film, conduttrice di una rete televisiva "condominiale", intenta ad avvicinare, appunto, i giovani di un quartiere, non ben identificato, dell'estrema periferia metropolitana. La tautologica presentazione "marzulliana" conduce proprio dove la storia vorrebbe trascinarci:  in fondo al baratro di una realtà fatiscente e mortificata, quella di chi è ai margini dell'esistenza o è fagocitato nei confini del proprio mondo. Ma nel vuoto sono sprofondati tutti i chilometri di pellicola girati. Dipanata attraverso i racconti di una giovane aspirante scrittrice (Selvaggia Quattrini), la vicenda ha come protagonista un ragazzo appena tornato dalla Guerra del Golfo del '91. L'incipit sarebbe il pretesto per mostrare quanto il contesto ambientale atrofizzi ogni forma di evoluzione umana, lasciando statico l'istinto di preservazione: cioè, scopare. Guido (Vincenzo Peluso), sconvolto dai ricordi bellici, a fatica e tra diverse vicissitudini, avrebbe dovuto simboleggiare il caos di coscienza ma, ben presto, si perde tra le gambe della zia ninfomane e della tettona di turno. È una funerea divagazione in periferia. Visivamente, narrativamente e concettualmente il film è assai debole. Sommariamente abbozzate le caratterizzazioni interpretative, anche l'idea di fondo manca di slanci figurativi e letterari. Incerta, impalpabile, balbettante, la regia procede a strappi, dando la sensazione di infiniti rattoppamenti e ritocchi post-produttivi. Scontate sono poi le "trovate" cinematografiche: a precise coordinate temporali non corrisponde una dichiarata contestualizzazione spaziale. Nel microcosmo marginale si guarda solo "Televento", l'estrema forma d'informazione simulata, immateriale. Scosciata, Manuela Arcuri (all'epoca in uno dei suoi primi ruoli), informa sulla guerra e sull'ultima estrazione. Per universalizzare il messaggio si gioca in sottrazione non per camuffamento.

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Adattamento contemporaneo di un'opera di John Osborne, Ricorda con rabbia, diventa anche difficile liquidare il tutto con la solita etichettatura: "film non pretenzioso". In più, scusate se è poco, non è facile restare indifferenti quando tra i contributi per la realizzazione dell'opera si scopre anche quello ministeriale.


 


Regia: Teresio Spalla
Sceneggiatura: Marco Tullio Barboni, Teresio Spalla, Claudio Lizza
Fotografia: Carlo Tafani
Montaggio: Bruno Sarandrea
Musiche: Berto Pisano
Scenografia: Luciano Colosso
Costumi: Carolina Ferrara
Interpreti: Vincenzo Peluso (Guido Brenta), Elodie Treccani (Rosy Brenta), Selvaggia Quattrini (Eugenia Levrieri),  Ivana Monti (Livia Brenta), Manuela Arcuri (Nicla Chiodi), Duilio Del Prete (Emilio), Mario Scaccia (Gaudenzi).
Produzione: Horus Cinematografica
Distribuzione: Orango Film – Verdecchi Film (2003)
Durata: 87'
Origine: Italia, 1997

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    6 commenti

    • Lardieri dev'essere uno di quelli a cui piace stroncare sul nascere gli esordi migliori del cinema italiano specie se gli autori, per quanto prestigiosi, non sono sui amici di casta. Perchè esiste anche una casta dei critici cinematografici cattivi e disattenti. La sua analisi del film si potrebbe anche accettare come il prodotto di una mente distorta che ha comunque il diritto di esporre il suo parere ma non ha capito nulla del film. Potrebbe essere colpa degli autori se a me non fosse piaciuto moltissimo e non avessi capito tutto e subito come il centinaio di spettatori non prevenuti che hanno visto questo bellissimo film in sala e hanno applaudito alla fine dicendo alcuni : "Finalmente un film italiano noche rompe gli schemi" Perchè se Lardieri avesse letto almeno 'l'acuta recensione di Natta e quella di Pizzuto avrebbe capito (se vavesse voluto capire) il significato profondo del linguaggio del film e del film stesso. T

    • Teresio Spalla non è un criticonzolo che stronca senza pietà e senza creanza intellettuale, è un ragazzo e un intelettuale dalle doti sconosciute a quelli come Lardieri. E' un ragazzo che ha sopportato sofferenze indicibili per riuscire a portare a compimento questo film (ma queste non contano vero ?) e fare in modo che il produttore non si pappasse i soldi dei contribuenti. Se Lardieri avesse dovuto passare quello che ha passato lui per finire Cuori Perduti (di cui non ha capito un tubo) se non fosse un insensibile capirebbe quale dolore e disgrazia e quale amore e passione significa fare cinema e non scriverne soltanto premesso che Teresio Spalla è stato un critico cinematografico molto ma molto miglioere di lui

    • La non facile digitazione di questi post ha provocato molti errori di dattilografia di cui mi scuso con tutti quelli che vorranno leggere quello che ho scritto. Ila

    • Ilaria, ma lascia perdere. Non vale la pena. Sai quanto conta una critica di Leonardo Lardieri su "Sentieri Selvaggi" : niente. Sai quanto conta Teresio : tantissimo per tutti noi. E Lardieri non puà nemmeno capirci. Lascia perdere, dammi retta. Rosa

    • Il critico LARDIERI PENSO CHE CAPISCA POCO DI CINEMA.
      Non credo che abbia compreso il,contenuto, profondo, antico,
      nascosto nella infinita anima dell' essere umano.
      Penso che abbia nel cuore e nella mente un mix di subdola meschineria ,ottusita' e stoltezza.
      E' troppo facile parlare di sentimenti altrui ,ergendosi a giudice
      cinico ed implacabile. Forse e' meglio inviargli
      per la sua carriera, tanti auguri,

    • Ho visto Cuori Perduti la settimana scorsa a una proiezione del mio circolo, presenti circa 600 spettatori tutti entusiasti e posti in piedi tanti che si è dovuta ripetere tre volte fino a dopo le 24. Secondo me Lardieri è uno che odia i registi perchè forse lo voleva diventare lui. La sua recensione è un cumulo di sbagli. Forse non ha nemmeno visto il film. Sentieri Selvaggi dovrebbe licenziarlo.