DVD – Cuore di vetro, di Werner Herzog

Cuore di vetro, coi i suoi interpreti allucinati e in stato di ipnosi, è un film sensoriale, più vicino al lato oscuro della percezione che non a una visione naturalistica e razionalistica.

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IL FILM

Per una volta, pur trovandoci di fronte a un capolavoro come Cuore di vetro, forse il film più moderno, astratto, assoluto e folle di Werner Herzog, vorremmo iniziare partendo dagli extra. Sì perché questo DVD, invece di riempirci lo schermo di inutili scritte da sfogliare in video (cosa che chiunque può ormai fare meglio e più comodamente in rete) ci regala  – e mai termine fu più appropriato – un documentario che Werner Herzog girò per la TV tedesca nel 1973-74, dal titolo La  grande estasi dell’intagliatore Steiner. E’ la storia, ripresa dal vivo, seguendo il protagonista durante un’intera stagione, dagli allenamenti in Austria nell’autunno ‘73 alla gara di Planica, nel marzo ‘74, del “più grande saltatore di sci che sia mai esistito” (parole di Herzog), ovvero quel Walter Steiner che arrivò a saltare in quegli anni fino a 179 metri, record mondiale di trampolino. Steiner è il tipico personaggio “alla Herzog”: solitario, un po’ folle, consapevole del suo lavoro, del pericolo, eppure magnificamente attratto da questo spettacolare salto nel vuoto, del tempo e della distanza, che lo proietta in un “altro mondo”, a dispetto dei regolamenti e delle manipolazioni (pericolose) degli organizzatori, con i quali è in perenne conflitto, pur essendo quasi sempre vincitore, al limite  della soglia di pericolo di vita. Ma è la struttura poetica che prende forma nel documentario a dettare i ritmi della visione, che ha una forza antinaturalistica anche grazie all’uso del ralenti che ne spezza e frammenta i voli in aria, e alle musiche del gruppo tedesco “Popol Vu”, che ne rende eterea e assoluta le traiettorie dello sguardo.
Proprio i “Popol Vu” sono il collante con Cuore di vetro, film profetico e a suo modo mitologico. Che racconta appunto di una profezia, quella del pastore Hias che vede nel futuro le immagini di una imminente fine del mondo, attraverso l’incendio e la distruzione della vetreria della città che dà lavoro e prosperità a tutti. E mentre in realtà la vetreria resterà ferma per la morte  di Muhlbeck, l’inventore della formula del prezioso vetro rubino, il paese impazzisce: il proprietario della vetreria alla ricerca del segreto del rubino uccide una giovane per usarne il sangue in un rituale macabro, poi da fuoco alla fabbrica e i paesani lo rinchiudono in prigione, proprio con il pastore che ha predetto la sventura. E il finale racconta di una speranza dell’uomo, anche se da un futuro post-apocalisse.

Cuore di vetro, coi i suoi interpreti allucinati e in stato di ipnosi, è un film sensoriale, più vicino al lato oscuro della percezione che non a una visione naturalistica e razionalistica. E’ un film in cui immergersi, lasciarsi andare, abbandonarsi alla visione, per scoprire nuove forme di realtà, fino alla “liberazione sensoriale “del finale, a suo modo ottimistico.


IL DVD

Il DVD, come ci ha ormai abituato la casa romana Ripley’s, è di ottima qualità.

L’audio è in Dolby Digital 1.1, in mono, con un flusso dati di 192 kbps, le lingue in italiano e tedesco, mentre i sottotitoli sono in italiano. Il video ne rispetta il formato originale  1.66:1, con un bit rate di 7,5, mb/sec, per una qualità complessiva più che buona. Sul fronte degli effetti speciali oltre al commento al film di Werner Herzog e Norman Hill, il DVD presenta il trailer originale e l’imperdibile documentario per la TV La grande estasi dell’intagliatore Steiner. Insomma un DVD di quelli da non perdere.

Curiosità

Cuore di vetro venne pubblicizzato alla sua uscita come “il primo film interamente interpretato da attori ipnotizzati”. Fu infatti lo stesso Herzog a praticare l’ipnosi sugli attori per, come disse, “contribuire a trasmettere un’atmosfera di allucinazione, di profezia e di follia collettiva, non certo per la ragione di una totale manipolazione”. Il risultato fu quello di avere un gruppo di interpreti, molti non professionisti, come elementi vivi della stilizzazione del film.

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