DVD E LIBRO – Miss little China

Miss Little China

Il pregio del documentario di Cremona e De Cecco è di dare finalmente voce ai cinesi. A quelli che stanno qui da anni e a quelli appena arrivati, ai giovani di seconda generazione e al prof. Lu Jiehuan che ci da qualche “Lezione di Italia”. Il libro è l'ideale seguito di "I cinesi non muoiono mai",  la prima seria indagine sulla comunità cinese in italia. Edito da Chiarelettere.

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Miss little ChinaAnno: 2009
Durata: 60’
Genere: Documentario
Regia: Riccardo Cremona, Vincenzo De Cecco
Formato DVD/Video: 1.78:1
Audio: Italiano Dolby Digital 2.0
Sottotitoli: Inglese
Extra: Conosci l’Italia: “Lezione di Italia” del prof. Lu Jiehuan

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IL FILM
Non si può certo dire che i cinesi non interessino l’opinione pubblica. Oltre ad essere protagonisti di innumerevoli luoghi comuni e leggende metropolitane (prima fra tutte quella che ha fornito lo spunto per il titolo del precedente libro di Oriani e Staglianò: “I cinesi non muoiono mai”), ultimamente sono diventati anche protagonisti (indiretti) di programmi di approfondimento come Report che mostrano come (grazie alla carenza di controlli che fa comodo per prime alle grandi imprese italiane) le condizione di lavoro che loro sono disposti ad accettare stanno (in alcune zone del nostro paese) cancellando il settore delle piccole aziende manifatturiere, fondamentale per il nostro tessuto economico. Loro però, i cinesi intesi come persone (non li percepiamo neanche come individui), restano sempre sullo sfondo, perfino in programmi ottimi come Report. Non sono mai loro stessi a parlare di se, e magari a spiegarci perché sono disposti ad accettare condizioni così vessatorie.
Il pregio fondamentale del documentario di Cremona e De Cecco è proprio questo: quello di dare finalmente voce a loro: ai cinesi. A quelli che stanno qui da anni e si sono fatti un’idea del nostro paese, a quelli appena arrivati che, ancora disorientati, non riescono a capire tanta diffidenza nei loro confronti e si rifugiano fra le spire soffocanti del Dragone. Prezioso, poi, è il colloquio con il prof. Lu Jiehuan che ha vissuto in diversi paesi (europei e non) e, dopo vari lavori svolti nel nostro paese, adesso “insegna” ai nuovi arrivati della provincia di Brescia le basi per capire l’Italia e gli italiani (le riprese di una sua lezione costituisco il fondamentale extra del DVD).Miss little China
Ascoltare il punto di vista dei cinesi può essere per noi istruttivo sotto vari punti di vista. Innanzitutto perché veniamo a scoprire che per loro i ritmi di lavoro stakanovisti ai quali si sottopongo non sono affatto “normali” ma solo il frutto di circostanze ed esigenze contingenti. Sicuramente hanno una innata spinta all’imprenditorialità e la quasi totalità di loro si sottopone a turni di lavoro massacranti per poter, nel giro di quattro o cinque anni, mettersi in proprio. In quest’ottica è per loro un “aiuto” la possibilità che i loro datori di lavoro (cinesi) gli offrono di dormire nei luoghi di lavoro perché gli consente di accumulare più in fretta il denaro (anche in funzione degli affitti esorbitanti chiesti agli stranieri).
Ad ascoltare, poi, il racconto toccante della sofferenza provocata dallo sradicamento della persona dai suoi affetti nella speranza, non tanto di garantirsi, ma di garantire loro un futuro migliore e opportunità diverse, non si può non pensare al nostro passato ed allo stretto legame che lega tutti i migranti del mondo.
Ci sono anche le buone notizie (per la nostra economia). Come è facile prevedere, molti dei giovani cinesi di seconda generazione non ha nessuna intenzione di vivere come i loro genitori: i loro sogni sono simili a quelli dei loro coetanei italiani.
La spinta imprenditoriale resta, comunque, una costante, e non è un caso se il vero protagonista del documentario è il venticinquenne Steven Lou: organizzatore ed inventore del concorso “Miss China in Italy” che è il pretesto narrativo del documentario. Lui che vive tra l’Italia e la Cina, che gestisce già cinque società (tre in Italia e due in Cina) e si occupa di fare da mediatore fra i marchi della moda italiana ed il mercato cinese, è arrivato in Italia che aveva già quattordici anni (quando il padre finalmente si è potuto permettere di richiamare la famiglia) e da adolescente veniva sgridato dai genitori perché anziché aiutarli con il lavoro, perdeva tempo a giocare a pallone con i coetanei italiani. Perdeva tempo ad integrarsi.

Miss little ChinaIL LIBRO
Miss little China – Sudano, piangono, sognano. L’Italia dei cinesi
Raffaele Oriani
Riccardo Staglianò
Chiarelettere – 2009
p. 77 – Euro 19,60 (Libro + DVD)
Il libro, rispetto al film, vuole allargare maggiormente il quadro della ricerca, e si pone come un ideale seguito del precedente libro degli stessi Oriani e Staglianò (“I cinesi non muoiono mai” sempre edito da Chiarelettere).
La prima parte è dedicata ad evidenziare le non poche somiglianze fra la nostra e la loro immigrazione, a tale scopo è particolarmente illuminante rileggere i giudizi che di noi (italiani) davano le autorità americane all’inizio del secolo scorso. Si passa poi a guardare, per sommi capi, quando sia importante il contributo cinese alla produttività italiana ed europea. Si passa, infine alle paure e ai luoghi comuni legati a questo popolo.
Nella seconda parte si ripercorrono le lezioni di Italia del prof. Lu Jiehuan. Vedere l’Italia attraverso i suoi occhi può essere, per noi, forse più istruttivo che per i cinesi appena arrivati a cui fa lezione.
La terza ed ultima parte del libro è incentrata sul futuro della comunità cinese in Italia, dedicando ampio spazio al caso di Steven Lou.
Indice:
Cinesi e italiani, destini allo specchio
A lezione di “Italia”
Mister Miss China in Italy
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