DVD – "Godzilla vs Megalon – Ai confini della realtà", di Jun Fukuda

Considerato il peggior "Godzilla-movie" di tutti i tempi, il tredicesimo capitolo della saga unisce influenze disparate in un pastiche delirante, che ondeggia fra toni difformi in cerca di una sua identità. In DVD per Passworld.

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GODZILLA VS MEGALON – AI CONFINI DELLA REALTA'

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(Gojira tai Megaro – trad.: Godzilla contro Megalon)


REGIA: Jun Fukuda


SOGGETTO: Shinichi Sekizawa


SCENEGGIATURA: Jun Fukuda


PRODUZIONE: Tomoyuki Tanaka per Toho Eiga


INTERPRETI: Katsuhiko Sasaki, Hiroyuki Kawase, Yutaka Hayashi, Shinji Takagi


MUSICHE: Riichiro Manabe


REGIA EFFETTI SPECIALI: Teruyoshi Nakano


DURATA: 81'


ORIGINE: Giappone, 1973


DISTRIBUZIONE: Passworld/Eagle


FORMATO VIDEO: widescreen 2.35:1 (16/9)


AUDIO: Dolby Digital 5.1 e mono 1.0 in italiano; giapponese mono


SOTTOTITOLI: italiano (selezionabili solo dal menù e obbligatori sul giapponese)


EXTRA:


• Trailer originale giapponese


• Galleria fotografica


• Manifesti cinematografici


• Titoli di testa versione italiana


• Poster da collezione


 

IL FILM


Nonostante il precedente Godzilla contro i giganti avesse già mostrato la preoccupante deriva intrapresa dalla serie, con Godzilla vs Megalon i difetti risultarono perfino amplificati, guadagnando al film la fama di peggiore pellicola fra le tante dedicate al Re dei mostri. Il budget risultò dimezzato rispetto ai lungometraggi realizzati da Ishiro Honda negli anni Sessanta e l'utilizzo di stock-footage (ovvero di scene riprese dai precedenti capitoli oppure da altri kaiju eiga) divenne talmente invasivo da creare seri problemi di continuity tra le varie sequenze. Che Godzilla vs Megalon sia un film realizzato con materiali di risulta è evidente anche dal fatto che l'antagonista di turno, il deludente dio-scarafaggio Megalon, era stato già preso in considerazione per una apparizione nel precedente capitolo e poi accantonato. Il vero problema in fondo sta tutto nella scarsa fiducia ormai dimostrata dalla Toho per una delle sue più celebri icone, fatto che conferisce al film una natura ondeggiante tra toni difformi: non a caso la storia è una delle più bizzarre del ciclo, con il tema del nucleare ridotto a puro cliché e causa scatenante del conflitto fra la Terra e il popolo sotterraneo dei Seatopiani, stanchi delle continue esplosioni che minacciano la loro pace. Sono proprio loro a scatenare Megalon e il riconfermato mostro spaziale Gigan contro un Godzilla ancora una volta costretto nel ruolo di semplice paladino dell'umanità, amato dai bambini, in un goffo tentativo di scimmiottare la filmografia di Gamera, mostro creato dalla Daiei, casa rivale della Toho. La presenza del pittoresco automa Jet Jaguar, invece, ammicca ai robot animati stile Mazinga, che proprio in quegli anni invadevano le tv, ma anche ai supereroi delle serie tv come Ultraman o Spectreman. Un personaggio il cui design fu realizzato grazie a un concorso per alunni delle scuole elementari e che sembra pensato per dare vita a ulteriori spin-off, anche se questa è poi rimasta la sua unica apparizione.

Non manca anche un piccolo spazio per il disaster-movie, genere che all'epoca la stessa Toho frequentava con successo (basti pensare all'ottimo Catastrofe! di Toshio Masuda), attraverso un incipit nel quale la terra trema e il cielo plumbeo ammanta il tutto di una forza apocalittica poi riverberata nelle pirotecniche scene di distruzione. Il risultato di una tale mole di influenze è una pellicola che sembra continuamente girare a vuoto in cerca di una sua identità: pur regalando alcuni attimi di godibilità, Godzilla vs Megalon si lascia dunque ricordare soprattutto per l'improbabilità dell'insieme e la stanchezza del ritmo, dove tanto i personaggi che la stessa morale di fondo risultano involontariamente rovesciati di segno. Godzilla diventa così un peluche per bambini, suo malgrado costretto a proteggere la civiltà figlia del nucleare. La presenza dei Seatopiani non riesce a conferire alla vicenda quella potenza ancestrale che pure il soggetto richiederebbe e il fatto che il cattivo di turno sia uno scarafaggio, dunque una creatura di quella stessa terra vilipesa dal nucleare, non assume alcun secondario livello di lettura. Anzi, considerando come già gli alieni del precedente Godzilla contro i giganti fossero degli insetti mascherati da umani, il design di Megalon sembra soltanto suggerire una qualche possibile fobia dei realizzatori, del regista Jun Fukuda o forse del soggettista Shinichi Sekizawa. Da rimarcare anche la curiosa colonna sonora di Riichiro Manabe (lo stesso di Godzilla furia di mostri), dallo stile molto seventies, anche se il suo utilizzo, secondo una regola già codificata da Fukuda, sembra a tratti porsi in antitesi rispetto ai sentimenti che le varie sequenze vogliono suscitare nello spettatore, aumentando l'effetto straniante della pellicola.


 

IL DVD


E' sorprendente notare come, nonostante la cattiva fama di cui goda, Godzilla vs Megalon sia uno dei kaiju eiga che negli anni ha ottenuto maggiore visibilità in occidente. Per quanto riguarda l'Italia, accanto all'uscita nei cinema, avvenuta con il profetico titolo di Ai confini della realtà (giustificato da una battuta della sceneggiatura e quindi non riconducibile alla serie tv di Rod Serling), si ricordano infatti tre edizioni in videocassetta, per Cinelux, Avo Film (come Godzilla contro Megalon) e Mondo HE. Quest'ultima casa si era occupata anche della prima edizione in DVD, ricavata al solito da un master televisivo fullscreen. Ora il disco della Passworld arriva, come già per le precedenti uscite della collana "Monster Collection – Kaiju Eiga", a restituire dignità alla pellicola. Risalta subito la bella immagine scelta per la fascetta, con l'ombra di Jet Jaguar che sovrasta Godzilla e Megalon, mentre la locadina presente all'interno della custodia amaray riproduce una famosa foto promozionale, con i vari personaggi. Per quanto riguarda il DVD vero e proprio, le caratteristiche audio/video sono quelle ormai ben note, con il formato Tohoscope e la doppia traccia italiano affiancata al giapponese. Il master è di qualità discreta, né migliore né peggiore dei film precedenti, anche se la valutazione è ancora una volta complicata dalla brutta fotografia di Yuzuru Aizawa, che presenta anche sbalzi di luminosità dovuti all'utilizzo dello stock footage. Tra gli extra ritroviamo il trailer originale, i manifesti (mancano le cover delle vhs italiane), un bel set di foto e l'intro dell'edizione italiana che, sebbene gravata da un orrido fullscreen, presenta il titolo cinematografico Ai confini della realtà e risalta perciò come un simpatico reperto d'epoca, che piacerà ai collezionisti.


 


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