DVD – "Il cavaliere del deserto", di Andrè De Toth

Nel 2002 muore Andrè De Toth, altro magnifico guercio del cinema hollywoodiano. Un occhio solo è bastato all'autore, di origine ungherese, tra i più istintivamente "morali" della storia del cinema americano, come Anthony Mann o Bud Boetticher. Ingenuamente grande, è tra i pionieri della marcia verso il west, odissea senza fine.

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Titolo originale: Man in the Saddle
Anno: 1951
Durata: 87'
Distribuzione: Sony Pictures Home
Genere: Western
Cast: Randolf Scott, Joan Leslie, Alexander Knox, James Kirkwood, Ellen Drew
Regia: Andrè De Toth
Formato DVD/Video: Full Screen
Audio: Dolby Digital Mono in italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco
Sottotitoli: francese, inglese, italiano, spagnolo, tedesco, portoghese, greco, arabo, croato, bulgaro, turco
Extra: menù, selezione scena, selezione audio

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IL FILM


 


Randolf Scott, icona western, alter ego di Bud Boetticher, come Gary Cooper, Ray Milland, John Wayne o Gregory Peck è il cow-boy/cavaliere che deve difendere il suo ranch da un temibile e potente proprietario terriero disposto a tutto pur di sottrarre il terreno al suo rivale. In più c'è di mezzo una donna che ha sposato il dispotico ma non ha mai smesso negli anni di amare il cavaliere penitente…   


Nel 2002 muore Andrè De Toth, altro magnifico guercio del cinema hollywoodiano. Un occhio solo è bastato al grande autore, di origine ungherese, tra i più istintivamente "morali" della storia del cinema americano, come Anthony Mann o Bud Boetticher. Tra i più sottovalutati, anche quando lo si considera apprezzato autore di b-movie, perché quasi sempre legatissimo ai generi, per l'appunto, soprattutto al genere western ma, anche, prima e dopo al poliziesco, al noir, all'horror, al cinema d'azione e di avventura. ll suo titolo più famoso per la critica è La maschera di cera (con Vincent Price), remake del capolavoro horror di Michael Curtiz, per il pubblico invece è la seconda unità di Superman I e il seguito Superman II. il western non è sfuggito all'occhio di De Toth, e Il cavaliere del deserto, pur se realizzato in un fase decadente del genere (per poi risollevarsi prepotentemente con i gioielli di Ford), non ha certamente intorbidato la purezza, l'ingenuità e il rigore del genere stesso. Andrè De Toth del grande autore ha anche la consapevolezza che il western nasconde in sé, più che il segreto della giovinezza, quello dell'eternità; un segreto che condivide con il cinema e la sua essenza. Apparentemente più lontano dai canoni, ancora più lontano, se vogliamo dal suo Il cacciatore di indiani, Il cavaliere del deserto non ignora totalmente il primo piano, non usa raramente il piano americano a discapito della tipica panoramica che annulla i limiti dello schermo e restituisce allo sguardo l'immensità dello spazio, al contrario, il film ha il gusto delle passeggere contaminazioni che agiscono come vaccini sul western, sempre più resistente. Come nelle cavalcate a perdi fiato e le sparatorie che lampeggiano nel buio, il cinema di Andrè De Toth è ingenuamente grande: ridicolizzare la semplicità di questo cinema significa dargli una patente di grandezza, una grandezza vicinissima forse alla ingenuità come l'infanzia è vicina alla poesia. È questa ingenua grandezza che dovrebbe far (ri)scoprire un autore dimenticato, tra i pionieri della marcia verso il west, odissea senza fine. Il cavaliere del deserto, non è un capolavoro, ma ha l'onestà classica e il rigore estetico del cinema di Raoul Walsh e soprattutto non ha pretese epiche o colossali ma il cuore di un bambino che gioca con il mito. Certamente non rientra nella schiera del western in serie, prodotto di mediocri registi specializzati nella confezione industriale di film destinati al grande pubblico, come razione K del cinema americano degli anni cinquanta. Contemporaneamente però non se ne discosta presuntuosamente ma sa essere ordinariamente aperto a tutti gli eventi, come quegli scenari immensi di praterie, deserti, rocce da attraversare fino a giungere alla città di legno, ameba primitiva di una civiltà.

IL DVD



Il prodotto non brilla certo per i contenuti speciali. Detto questo, va naturalmente lodata la volontà di distribuire un film di un regista di grande valore ma pur sempre poco conosciuto dal grande pubblico e ridimensionato a torto da buona parte della critica. Il DVD offre audio in inglese, italiano, francese, spagnolo, tedesco e sottotitolazione in undici lingue, tra le quali anche greco, arabo, bulgaro e turco. Il ricco pacchetto linguistico risulta quindi essere l'elemento principale del disco, essendo il menù totalmente sprovvisto di extra particolari. Quando si ha che fare con titoli da collezione, però non sarebbe male poter trovare qualche allegato interessante, magari un'intervista, il backstage. Il prodotto è distribuito dalla Sony ed è di buona qualità. Formato video in full screen che certamente ha una discreta risoluzione cromatica, soprattutto nelle scene girate con poca luce. Buona qualità si riscontra anche per l'audio. Si possono selezionare dodici scene del film girato in technicolor e va sottolineato soprattutto il primo capitolo che riguarda i titoli di testa accompagnati dalla canzone Man in the saddle.


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